La Cgil di Lecce lancia un appello urgente per contrastare il fenomeno del dumping contrattuale, chiedendo un fronte comune tra lavoratori, imprese, associazioni datoriali, consulenti e politici. L’obiettivo è tutelare i contratti collettivi sottoscritti dai sindacati maggiormente rappresentativi, come Cgil, Cisl e Uil, che garantiscono migliori condizioni economiche e una maggiore protezione dei diritti dei lavoratori, frutto di decenni di battaglie.
Mirko Moscaggiuri, segretario confederale della Cgil Lecce con delega alle Politiche per il lavoro, evidenzia come il dumping contrattuale stia mettendo in crisi l’economia locale e creando disparità di trattamento. “I recenti scioperi alla Supermonte e la vicenda della Cds Hotel devono far riflettere sul terremoto in atto, che colpisce i diritti acquisiti e aumenta la disparità tra lavoratori”, afferma Moscaggiuri.
Lavoro al ribasso
Il sindacato denuncia l’applicazione di contratti peggiorativi che riducono salari e diritti, indebolendo un tessuto occupazionale già fragile. Un esempio lampante è quello della Supermonte di Leverano, dove i lavoratori hanno indetto uno sciopero di tre giorni consecutivi per protestare contro l’adozione di un contratto diverso da quello sottoscritto da Fiom, Fim e Uilm. “Non si tratta di un caso isolato,” spiega Moscaggiuri, “sempre più aziende adottano questi contratti per competere sul mercato riducendo i costi del lavoro, a discapito dei diritti dei dipendenti”.
Concorrenza sleale
Il dumping contrattuale genera una vera e propria concorrenza sleale tra imprese e lavoratori. Molte aziende optano per contratti che prevedono salari più bassi, eliminazione di benefit come la quattordicesima e peggioramenti delle condizioni lavorative, con deroghe su straordinari, ferie e riposi settimanali. “Questi contratti minori”, continua Moscaggiuri, “mortificano il diritto allo sciopero e minano il sistema dei diritti, alimentando un circolo vizioso di svalutazione del lavoro.”
Numeri allarmanti
Al Cnel sono depositati 992 contratti collettivi nazionali, ma solo 210 di questi, firmati da Cgil, Cisl e Uil, coprono il 96,5% dei lavoratori con contratto collettivo noto. Moscaggiuri avverte: “La proliferazione di contratti firmati da organizzazioni poco rappresentative sta creando intollerabili disparità di trattamento. È urgente una legge sulla rappresentanza per garantire a tutti i lavoratori le migliori condizioni previste dai contratti sottoscritti dai sindacati maggioritari.”
La Cgil Lecce chiede quindi un’azione congiunta per fermare questa deriva e proteggere i diritti dei lavoratori, affinché il lavoro buono non venga sopraffatto da quello cattivo.
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