Grande successo e grande soddisfazione negli organizzatori per la tre giorni “DAL MEDITERRANEO GREMBO E FRONTIERA DI NUOVA UMANITA’. L’INQUIETO REALISMO PER LA PACE: ALDO MORO”, svoltasi a Taranto con teologi, filosofi, esperti del panorama sociopolitico ed economico dell’area Mediterranea.
Proprio il mare che lambisce terre, culture, lingue e religioni diverse è stato il protagonista della tre giorni. Dai confronti tra i protagonisti della cultura religiosa e che fronteggiano le emergenze (pensiamo ad esempio agli sbarchi in Sicilia) sono derivati alcuni punti che rappresentano l’urgenza dell’oggi. E’ necessario “ripensare il pensiero” per poter indicare il cambiamento che deve caratterizzare l’oggi. Una nuova necessità culturale che indica un nuovo paradigma, con la pace al centro. In questo cammino molti gli spunti offerti dal teologo e Segretario generale della Commissione teologica internazionale mons. Piero Coda, e dai rappresentanti delle Facoltà e Istituti teologiche della Puglia, della Sicilia e della Campania.
Da tutti i relatori è arrivato l’invito a un dialogo tra le fedi affacciate sul Mediterraneo, per unire, includere, riprendere e rimarcare il concetto di fraternità, di accettazione del diverso. Non solo la consapevolezza di un nuovo modo di pensare e considerare la teologia, ma anche la ricerca di nuovi percorsi che possano portare il metodo a tutti. Solo così possiamo avere l’ambizione di volare alto, di portare avanti prospettive visionarie ma ancorate alla realtà, con la valorizzazione della bellezza.
Il metodo di analisi e di confronto è partito da una analisi del panorama geopolitico del Mediterraneo, alla luce del Manifesto per una Teologia dal Mediterraneo, pubblicato un anno fa , del Manifesto per l’ontologia trinitaria e dell’attività di pace portata avanti da Aldo Moro quando fu Ministro degli Esteri e Presidente del Consiglio. Proprio allo statista che trascorse anni importanti nella città dei due mari è stata dedicata la terza giornata, con una relazione del prof. Federico Imperato dell’Università del Salento.
La tre giorni ha inserito nel suo autorevole programma anche un “Concerto per la pace”, offerto dal prestigioso Conservatorio statale di musica “G.Paisiello”di Taranto, tenutosi nella Cattedrale di San Cataldo (la più antica cattedrale romanica di Puglia). L’Orchestra del Conservatorio è stata magistralmente diretta dal M°Domenico Virgili. Presenti anche il direttore ed il presidente del Conservatorio, rispettivamente M° Vito Caliandro e avv. Cristiano Marangi.
MONS PIERO CODA – Segretario generale della Commissione teologica internazionale
Il senso del convegno
“Si tratta di un evento inedito che illustra come il Mediterraneo, in questo momento così difficile della storia che viviamo, possa e debba essere visto come grembo e frontiera di nuova umanità. In questa visione, in questo sguardo altro che viviamo per avviare quei dinamismi di conversione culturale e civile che sono necessari, questo sguardo altro necessita di attingere alle risorse della fede cristiana incentrate nella comunicazione e rivelazione di un Dio che si fa altro da se stesso, che assume le sofferenze dell’umanità nel figlio suo fatto carne e che nel soffio dello spirito apre delle frontiere. La teologia in questo modo può mettersi in dialogo con la filosofia, con le scienze politiche ed economiche che interpretano la crisi che stiamo vivendo per aprire una fase nuova, e devo dire che è stato un evento che ci ha stupiti per la partecipazione, per la risonanza che ha avuto in tutte le fasce di popolazione e in modo particolare nei giovani della scuola locale, che hanno condiviso questa visione, quasi a farci dire: la gente, la nostra gente ha bisogno di vedere dei progetti che volano alto. Occorre uscire dal grigiore stanco, essere imprigionati in una dialettica dell’aut aut ed entrare in una dialogica dell’et et e vedere sempre la alterità come la vera ricchezza che ci permette di camminare insieme verso un futuro di pace, un altro modo molto forte di costruire la storia impegnandosi per la pace e la fraternità”.
La Tavola rotonda
Il convegno ha concluso il suo ambito nazionale aprendone uno internazionale con la Tavola Rotonda “MEDITERRANEO UNA NUOVA GENERATIVITÀ. Prospettive per il cammino che continua”, moderata da Claudia Sanesi – Segretario generale f.f della Camera di commercio di Brindisi – Taranto, con la presenza del dott. Lorenzo Leotardi, dell’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati – UNHCR, di Paolo Pardolesi – Direttore Dipartimento Jonio UNIBA, del prof. Antonio Bergamo – I.S.S.R. “don Tonino Bello” Lecce, di don Nino Borsci, responsabile Caritas e dell’on. Domenico Maria Amalfitano, presidente del Centro di cultura G.Lazzati di Taranto. Nel corso della tavola rotonda si è parlato del progetto UNICORE, University Corridors for Refugees, che consente a studenti rifugiati, persone che hanno dovuto lasciare forzatamente il loro Paese a causa di guerre o persecuzioni di poter accedere a forme di studio superiori e quindi di venire in Italia legalmente a proseguire degli studi e anche possibilmente qualificazioni professionali.
Dichiarazioni
Claudia Sanesi: La Tavola rotonda conclusiva della tre giorni tarantina serve a concretizzare un impegno come comunità. Attivare a Taranto, grazie a UNHCR, gli education pathway per i rifugiati in possesso di laurea di primo livello, i cosiddetti “corridoi universitari”, è il primo passo che compiamo, con l’Università naturalmente protagonista, ma anche con un pieno commitment delle altre Istituzioni necessarie a creare una rete. Auspichiamo che poi questi ragazzi si inseriscano nel nostro contesto produttivo e sempre in tal senso, speriamo pure di avviare un ragionamento sui corridoi lavorativi, con un ampio coinvolgimento del mondo delle imprese.
Lorenzo Leotardi: Il progetto è nato nel 2019 e in questi anni ha coinvolto più di 40 Università italiane mettendo a disposizione più di 250 borse di studio. Ad oggi ci sono più di 120 milioni di persone nel mondo che hanno dovuto abbandonare il proprio Paese forzatamente e molte di loro hanno un drammatico bisogno di accesso all’istruzione. Solo il 7% dei rifugiati ha accesso ad un’istruzione superiore. Per questo ringraziamo la comunità universitaria italiana. Il percorso richiede un grande sforzo sia all’Università che alla Comunità che li accoglie. Molti ragazzi dopo questa esperienza sono rimasti in Italia o hanno raggiunto altri luoghi, accogliendo occasioni propizie.
Paolo Pardolesi: L’iniziativa è rimarchevole. Come Dipartimento Jonico abbiamo dato la disponibilità ad iniziare un percorso che possa portare il Dipartimento all’interno del progetto. Noi abbiamo una propensione verso queste tematiche. La nostra è una candidatura a supporto ed è rafforzata dalla presenza di un Corso di studi che sta formando operatori multiculturali.
Antonio Bergamo: Sembra che il terreno dell’intercultura sia la sfida da affrontare. Viviamo un’epoca particolare, si è rotta la coscienza dell’abitare il mondo. La grande opportunità dell’ontologia trinitaria è quella di fornire gli strumenti per essere nel mondo.
Don Nino Borsci: Se questi ragazzi non trovassero accoglienza potrebbero stare nelle strutture della Caritas che dà tutta la sua disponibilità al progetto anche su input dell’ L’Arcivescovo.
On Domenico Maria Amalfitano: Stiamo parlando di cose possibili. Noi partiamo in questa iniziativa come avveramento delle cose che ci siamo detti in questi giorni. Il convegno cioè, con una battuta, inizia adesso. La garanzia di questo cammino è l’essere insieme. Il Centro di cultura Lazzati crede che il modello di sviluppo di questa città è nell’intero, ciò che separiamo diventa dimenticanza e noi abbiamo bisogno di recuperare ciò che è stato dimenticato o scartato. La logica di cui noi arriviamo alla proposta di questo progetto è di capacità di ridescriverci cittadini e di riscrivere un diritto dovere di cittadinanza, cittadinanza della reciprocità, dell’alterità. Questa è la sfida. Il progetto, se funziona, fa bene al gruppo, all’intero alveare e alla singola ape. Questa è la filosofia che inventa nuove forme di partecipazione. Dobbiamo mettere in atto processi di partecipazione civica a questo progetto, creando numeri di impatto, se vogliamo riscrivere e trasformare questa città in città mediterranea. Credo che una città che venga sfidata a questo mette in campo le sue forze migliori. Altri ci aiuteranno ad essere migliori e noi aiuteremo gli altri a ritrovare speranza”.
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