Per il Cerignola si avvicina la prova del nove, nel senso letterale del termine. Certamente non sarà la gara di Avellino a stabilire gerarchie, ambizioni ed equilibri da una parte e dall’altra, siamo soltanto alla terza giornata e per gli esami di maturità ci sarà tempo, ma la classifica vede gli ofantini a quota sei, punteggio pieno, come mai era accaduto nelle ultime stagioni, neanche in Serie D. Un risultato positivo al “Partenio” varrebbe come prepotente segnale al campionato, e nascondersi dai riflettori del lotto delle big sarebbe un po’ come cercare ombra sotto il sole del deserto. Tutte ipotesi, supposizioni, il campo parlerà domenica sera alle 20:45, nel frattempo Raffaele studia una gara che andrà affrontata, soprattutto mentalmente, da abili strateghi: ora più che mai l’Avellino rappresenta quel sottilissimo limbo tra squadra depressa e spaccata o rabbiosa e volenterosa di riscatto, l’atteggiamento sarà decisivo. Le prove generali si basano sul consueto 3-5-2, modulo quest’anno più flessibile con gli innesti di quinti di centrocampo, o meglio esterni, offensivi come Di Dio e Parigini. Quest’ultimo si allena a pieno regime con la squadra e, salvo sorprese, sarà tra i convocati; Sainz-Maza è tornato in gruppo e dovrebbe essere a disposizione, in valutazione Coccia e Faggioli, che hanno continuato, almeno fino a metà settimana, con delle sessioni differenziate. Dubbi anche su Jallow, assente nei primi due impegni di campionato. Problema muscolare, invece, per capitan Ligi, ex della gara insieme a Pazienza e D’Ausilio, appena rientrato dalla squalifica ma a forte rischio per la trasferta irpina. Scelte, dunque, che si prospettano pressoché simili alla sfida contro il Messina, con Cuppone e Salvemini pronti ad insidiare la retroguardia dell’Avellino, rocciosa sulla carta ma particolarmente fragile in un avvio di stagione più che complicato.
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