Da diversi giorni, l’istituto penale per minori di Bari è teatro di disordini che, secondo il segretario nazionale del Sappe, Federico Pilagatti, mettono in luce “il completo fallimento del sistema carcerario, compreso quello minorile”, che grava sui contribuenti italiani con costi esorbitanti. Pilagatti denuncia che le strutture minorili “sono diventate scuole di criminalità” a causa di scelte inadeguate, e che la situazione nell’istituto barese resta estremamente tesa.
L’amministrazione penitenziaria, spiega Pilagatti, ha iniziato il trasferimento dei detenuti coinvolti nelle rivolte, ma senza adottare misure efficaci nonostante i danni provocati a poliziotti e struttura. Il segretario chiede l’applicazione di un regime carcerario più duro per i detenuti violenti, senza benefici e con isolamento fino a sei mesi.
Pilagatti invita a una riflessione sulla gestione delle strutture minorili, ritenendo che “l’arrivo massiccio di stranieri” abbia mandato in crisi gli istituti di Milano, Roma e Bari. Inoltre, critica il sovraffollamento, che impedisce la separazione per fasce d’età, creando situazioni pericolose come a Bari, dove minori dai 14 ai 17 anni convivono con adulti fino ai 24 anni, molti dei quali già con precedenti criminali.
Conclude affermando che, finché gli adulti saranno presenti nei penitenziari per minori, non ci sarà legalità e i giovani continueranno a essere sfruttati come manodopera delinquenziale.
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