È cominciata con l’annuncio di Vittorio Parigini la settimana che proietterà il Cerignola alla sfida del “Partenio” di Avellino, in programma domenica 8 settembre alle 20:45. L’entusiasmo è contagioso, perchè i gialloblù hanno vinto e convinto nelle prime due uscite di campionato, perchè sei punti su sei sono quasi una novità al cospetto degli avvii a rilento delle ultime stagioni, perchè quasi tutti i nuovi innesti hanno già conquistato gli applausi del “Monterisi”. La squadra sulla carta, e nei primi centottanta minuti sul campo, attira le attenzioni degli addetti ai lavori dando l’impressione di essere competitiva, ed un innesto di spessore come quello di Parigini serve probabilmente a confermarlo. Alla corte di Raffaele un calciatore di categoria superiore, smarritosi nelle ultime stagioni ma pronto a calarsi nel complesso contesto della Serie C, categoria mai disputata finora in carriera. Tutto forse dipenderà dalla sua condizione psicofisica, parliamo di un elemento che dovrà rientrare in condizione e recuperare il passo dei nuovi compagni, una scommessa, o meglio, un investimento alla Di Toro, quest’anno più che mai intenzionato ad alzare l’asticella delle ambizioni. Il ds, in sinergia con mister Raffaele, cercava un esterno, per la precisione un quinto di centrocampo con caratteristiche di spinta e accelerazione, offensive insomma. Il prescelto era Cisco, sfumato proprio sul più bello, poi l’occasione di mercato, che come fu con Vuthaj a gennaio dopo il caso “Asencio”, Di Toro non si è lasciato sfuggire. Parigini, classe ’96, può agire su tutti i versanti, sulle fasce ma anche da seconda punta, eventualmente al fianco di uno tra Cuppone e Salvemini. Ancora una volta, un calciatore in cerca di rilancio, che paradossalmente fa passare in secondo piano l’ altro innesto last-minute, quello di Alessandro Faggioli, punta classe 2000 arrivata, o meglio tornata, a titolo definitivo dal Campobasso, valida alternativa proprio del tandem titolare “Cuppone-Salvemini”. Mercato alle spalle, la parola passa definitivamente al campo, ad ogni modo la gara di Avellino non misurerà la vera dimensione dell’Audace, far risultato aprirebbe però delle prospettive ancor più interessanti.
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