Dario Stefano boccia la Notte della Taranta edizione 2024

Dario Stefano boccia la Notte della Taranta edizione 2024 e lo fa senza mezzo termini con un chiaro post sui social: “Ho seguito in tv il concertone della 27a edizione de La Notte della Taranta, contrariamente agli ultimi anni trascorsi tra gli spettatori sotto il palco. Un mio parere spassionato? Non polemico, ma sincero: non è stata all’altezza delle aspettative”.

“A mio avviso sono emerse tante lacune, forse facendo naufragare l’ambizioso tentativo della sperimentazione di un nuovo equilibrio tra innovazione e tradizione. Nei suoni, nelle simbologie, nelle scenografie, nelle coreografie. L’aver coinvolto, per la prima volta, un dj come Maestro Concertatore, poteva essere una grande intuizione per provare a dialogare meglio con le nuove generazioni ma, forse, necessitava di una maggiore preparazione per non tracimare, così come forse è accaduto, in una direzione che ha finito per esaltare, più di ogni altra cosa, elementi musicali, sonori e ritmici totalmente slegati dalla tradizione salentina, mettendo in evidenza ritmi forzati, poco coesi e spesso incapaci di valorizzare gli stessi brani proposti. Si sono “mixati” momenti di forte e autentica energia, penso alla travolgente pizzica dell’Orchestra Popolare, ma anche passaggi sonori (troppo lunghi) e offerti in una forma incapace di regalare emozioni forti, come eravamo abituati a ricevere”, continua Stefano.

“Al netto delle straordinarie performance di musicisti, coristi e solisti dall’autentica anima salentina, tra gli ospiti hanno brillato Angelina Mango e Gaia, capaci di trasferire sul palco tutta l’energia di una contaminazione culturale, anche linguistica, che è stata cercata, sperimentata, provata, riuscendo a divertire e divertirsi, coinvolgendo il pubblico, così come in parte ha fatto anche Ste, forse grazie al suo stesso profondo legame con il Sud”, aggiunge.

“Se da una parte è encomiabile l’organizzazione di uno spazio che ha permesso di far ballare 200 mila persone, dall’altra è da dimenticare invece la scelta di coinvolgere Geolier, totalmente dissonante con lo spirito della serata, con un’orchestra che è sembrata quasi imbarazzata dalla impossibilità di non poter aggiungere nulla alle basi del rapper napoletano. E il pubblico non lo ha mandato certo a dire… Anche la conduzione di Ema Stokholma è apparsa distante e slegata dalla vivacità dell’evento”, sottolinea Stefano.

“Diciamolo così: la Notte della Taranta 2024, grazie al coinvolgimento di tanti giovani, è stato un evento ricco di spunti e tentativi di contaminazione apparsi un po’ confusi, ma ha mostrato anche i tanti limiti di un’operazione che, provando a conciliare passato e presente, ha rischiato di perdere il filo che lega le diverse culture e tradizioni rappresentate. Un’esperienza sicuramente emozionante, ma che avrebbe beneficiato di una maggiore preparazione nel ricercare elementi di coesione e attenzione ai dettagli musicali. La diretta televisiva, poi, forse ha tolto un po’ di quella spontaneità che è da sempre parte integrante del Concertone, ma non è stato solo per colpa di questa novità che ieri sera tutto è apparso tutto un po’ ingessato”, conclude Dario Stefano.

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