Una violenta rivolta è scoppiata verso le ore 20,00 nel carcere di Bari. La rivolta ha interessato una sezione del carcere occupata da detenuti comuni, un agente è stato ferito e un infermiere è stato prima sequestrato e poi rilasciato. I detenuti hanno incendiato materassi e coperte, è stato richiesto il supporto di altre forze di polizia e il personale è stato fatto rientrare in servizio per fronteggiare la situazione.
Più volte – ricorda Gennaro Ricci, Coordinatore Regionale della Polizia Penitenziaria della FP CGIL Puglia – abbiamo lanciato allarmi come FP CGIL per la grave situazione di affollamento di detenuti nelle carceri pugliesi, una regione che vanta sia il record come regione con più affollamento di detenuti che quello con la maggiore carenza di personale di Polizia Penitenziaria.
Era il 31 luglio scorso, di fatto qualche settimana fa, quando la FP CGIL Puglia scendeva in piazza per il rinnovo del CCNL del corpo della polizia penitenziaria.
In quell’occasione il Segretario Generale della FP Cgil Puglia, Luigi Lonigro e la Segretaria Generale della FP CGIL di Bari, Ileana Remini, unitamente al Segretario Regionale della FP CGIL Puglia con delega alle Funzioni Centrali, Dario Capozzi Orsini, incontravano prima il Sindaco di Bari e poi il Prefetto di Bari per rappresentare le tante criticità che affliggono le carceri di Puglia e dell’area metropolitana di Bari.
In queste interlocuzioni la FP CGIL dinanzi al Sindaco ed al Prefetto faceva presente che la situazione era drammatica sia per il sovraffollamento che la grave carenza di personale, ricordando che il carcere di Bari è anche un importante hub sanitario per il sistema penitenziario italiano, con all’interno infermieri e medici, e non assicurava condizioni di sicurezza.
Il nostro grido di allarme – continuano i Segretari FP CGIL – quasi profetico era dettato dalla consapevolezza della reale situazione di questi luoghi di lavoro. Lo confermano i numeri:
Per quanto riguarda le carenze di personale è sufficiente riportare i dati di alcuni istituti, a partire dal carcere di Bari dove in organico sono previsti 258 unità per una capienza di 294 detenuti, mentre ne abbiamo in servizio solo 221 a fronte di 388 detenuti; il carcere di Foggia che ha un sovraffollamento quasi doppio, con una capienza di 364 sono presenti ben 672 detenuti, mentre il personale in servizio è sotto le 240 unità, quando invece per il numero di detenuti presenti l’organico dovrebbe essere praticamente il doppio; stessa situazione di Foggia si verifica al carcere di Taranto, con un organico dimezzato rispetto ai detenuti presenti. È evidente che con questi numeri la situazione diventa esplosiva. Ed è esattamente quello che è accaduto oggi. Una rivolta che ha visto protagonisti detenuti, che ha coinvolto poliziotti penitenziari feriti nell’adempimento del loro dovere, e addirittura un infermiere sequestrato.
Tutto ciò non doveva accadere, è da tempo che facciamo presente che la situazione è drammatica, ancora una volta chiediamo rispetto per chi lavora in queste strutture, non bastano poche centinaia di euro di elemosina per garantire salute tutela e sicurezza sui luoghi di lavoro, ma servono nuove assunzioni. Come CGIL continueremo a vigilare sul funzionamento di questi istituti per preservare chi all’interno degli stessi quotidianamente vi lavora.
Intanto, la nostra più fattiva solidarietà è rivolta ai due lavoratori coinvolti, però non è più rinviabile una discussione vera e aperta sulla situazione delle carceri in Puglia, a partire dal carcere di Bari, che veda responsabilmente coinvolti tutti gli attori in campo per garantire sicurezza e diritti a chi ci lavora, senza le demagogiche promesse del governo. Servono urgentemente rinforzi, organici adeguati e rinnovi contrattuali dignitosi.
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