Martedì 13 agosto, Andrea Delmastro Delle Vedove, sottosegretario al Ministero della Giustizia, è atteso alla Casa Circondariale “Carmelo Magli” di Taranto.
In vista di questa visita, la CGIL di Taranto e la locale Funzione Pubblica colgono l’occasione per denunciare la grave situazione di emergenza in cui versa la struttura, evidenziata in una lettera aperta firmata da Giovanni D’Arcangelo, segretario generale della CGIL, e da Mimmo Sardelli, segretario della FP CGIL.
“La sua visita è ben accolta – scrivono i sindacalisti –, ma è anche un’opportunità per farle constatare di persona lo stato di emergenza assoluta in cui versa il carcere, sia per quanto riguarda la struttura che il modello organizzativo”.
I dati sono impietosi: con una capienza regolamentare di 500 persone, il carcere ospita attualmente 960 detenuti, quasi il doppio del previsto. Una situazione insostenibile anche per il personale penitenziario, ridotto all’osso con 170 agenti su circa 400 previsti.
La condizione lavorativa e vitale all’interno del carcere è definita esplosiva e compromette gravemente la missione rieducativa che le carceri dovrebbero svolgere. “È lo Stato che tradisce se stesso rendendo impossibile qualsiasi percorso di rieducazione e reinserimento per i detenuti”, sottolinea D’Arcangelo.
Le condizioni di sovraffollamento sono tali che i detenuti vivono in celle con meno di 3 metri quadrati a disposizione, in violazione delle norme sanitarie e dei diritti fondamentali. Inoltre, il sovraffollamento aumenta i rischi per il personale, esposto a frequenti aggressioni. “In questo contesto, tutti i diritti costituzionali sembrano violati”, denuncia Sardelli.
Nonostante gli incontri istituzionali con la Prefettura e il Provveditorato, la CGIL lamenta che nulla è stato fatto per risolvere la situazione. Pertanto, i sindacalisti chiedono un intervento immediato da parte del sottosegretario per risolvere l’emergenza legata alla carenza di personale e al sovraffollamento. In caso contrario, avvertono, la visita rischia di essere una mera passerella, lasciando irrisolta una situazione pronta a esplodere.
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