“Ci risiamo, puntualmente anche questa estate, in concomitanza con la spiaggia, il mare e le partenze per le ferie, è cresciuto a livello stratosferico il fenomeno dell’abusivismo nei settori dell’acconciatura ed estetica. Un fenomeno che si è aggravato nel periodo pandemico e che ha favorito l’inserimento nel mercato di figure che erogano prestazioni irregolari, sottraendo in tal modo clientela agli istituti di bellezza ed ai saloni di parrucchiere”. Lo scrive in una nota Confartigianato Imprese Taranto.
“Si aggiunge al quadro già critico il recente proliferare di piattaforme online che operano indisturbate, proponendo prestazioni a domicilio o addirittura in forma ambulante, senza curarsi dei limiti imposti dalle normative di settore e dai regolamenti comunali”.
“In estate il problema è ancora più evidente nel nostro territorio, notoriamente località di vacanza balneare e di turismo. Le persone si affidano al passaparola locale o ai siti online per ricercare estetisti e parrucchieri. Residenti e turisti spesso, per risparmiare o per esigenze dell’ultimo minuto, si affidano a chi presta servizio nella propria abitazione senza autorizzazioni o a domicilio, senza alcuna garanzia di rispetto delle norme igienico-sanitarie ed eludendo il fisco”, continua Confartigianato Taranto.
“L’abusivismo nella nostra categoria a livello nazionale raggiunge tassi del 27,6%, la più alta dei vari settori superando di gran lunga il tasso medio nazionale, che si ferma al 14,4%. – afferma Raffaella Semeraro, presidente provinciale di Confartigianato Estetica -. In provincia di Taranto siamo ben al di sopra della media nazionale, toccando punte anche del 50%. È pieno di abusivi, lavorano tutti e non pagano un euro di tasse. Da tempo come Confartigianato promuoviamo a nostre spese campagne di sensibilizzazione in tutti i comuni della provincia e sui nostri canali social e web per combattere il fenomeno. C’è un’urgente necessità di sensibilizzare la popolazione sull’importanza di affidarsi esclusivamente a imprese regolari e professionisti qualificati, in grado di offrire servizi sicuri e di qualità, nel pieno rispetto delle norme igienico sanitarie e di tutela della salute delle persone”.
Nella provincia di Taranto operano 1.348 imprese, di cui 891 nel settore dell’Acconciatura e 457 nell’Estetica, occupando complessivamente 2.580 addetti.
“Credo che le aziende che operano nella legalità vadano tutelate e protette dalla concorrenza sleale – interviene il Presidente provinciale di Confartigianato Acconciatori Silvio Lippo. Noi imprenditori ed imprenditrici, che siamo principalmente artigiani, ci sottoponiamo a continui aggiornamenti e partecipiamo a corsi di formazione per noi e i nostri dipendenti, per offrire ai nostri clienti un servizio di alta qualità, con attrezzature e prodotti certificati, professionalità e affidabilità. Purtroppo le persone non pensano che rivolgendosi a operatori non qualificati possono mettere a repentaglio la propria salute. Non solo. In una situazione di inosservanza delle norme vigenti, si può correre addirittura il rischio di ricevere a propria insaputa trattamenti che possono essere effettuati solo da personale medico specializzato, che possono comportare danni, perfino molto gravi, alla salute”, conclude Raffaella Semeraro.
“Come Confartigianato torniamo a chiedere una reale tangibile intensificazione dei controlli da parte delle autorità competenti nei confronti di chi opera nell’illegalità Con il proseguo delle azioni di sensibilizzazione contro l’abusivismo, vogliamo lanciare un richiamo forte alla popolazione, affinché non solo eviti di affidarsi a estetisti e parrucchieri non autorizzati o qualificati, ma segnali anche alle autorità situazioni di illegalità a tutela della categoria. Come noto siamo disponibili anche noi a raccogliere in forma anonima le segnalazioni che provvederemo a veicolare alle autorità competenti”, interviene Fabio Paolillo, segretario generale provinciale.
“La situazione è davvero paradossale. Consci comunque della complessità dei controlli, bisogna comunque urgentemente intervenire ed invertire la tendenza. È disarmante assistere ogni anno a dei conti che non tornano: sono centinaia gli operatori che si specializzano nelle scuole di estetica ed acconciatura a fronte di pochi numeri di nuove aperture di imprese del settore, come riscontrabile in Camera di commercio. Allora che fine fa (lavorativamente parlando) la gran parte delle estetiste e parrucchieri che conseguono l’abilitazione per esercitare professionalmente? Certamente più di qualcuno va a lavorare dipendente, qualcun’altro va via dal territorio e qualcuno avrà lasciato stare, ma la gran parte che fa? Non sarebbe opportuno istituire un elenco o albo pubblico dove convogliare tutti gli operatori che acquisiscono la qualifica e la specializzazione, in modo da tenere in qualche modo il quadro sotto controllo? Come Confartigianato stiamo lavorando anche su questo”, aggiunge Paolillo.
“È vero che i costi di gestione sono elevati, tra aumento dell’energia, formazione, affitti o mutui per i locali e acquisto di apparecchiature e attrezzature sempre più moderne e tecnologiche, ma non può essere un alibi per lavorare in nero o risparmiare sulla pelle dei clienti e dei contribuenti. I cittadini devono sapere che ricevere trattamenti nella propria abitazione o in locali non a norma è illegale e che scegliere di rivolgersi a imprese regolari vuol dire sostenere i lavoratori, l’economia del Paese e lo sviluppo delle imprese”, conclude Paolillo.
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