POLIGNANO – Le sue canzoni sono state tradotte in 150 paesi e quella parola – “volare” – è da sempre sinonimo di libertà, leggerezza, evasione, fuga. E nell’immaginario collettivo, quella canzone va rigorosamente interpretata spalancando le braccia, proprio come fece lui a Sanremo, nel 1958.
Sono passati trent’anni dalla morte di Domenico Modugno, stroncato da un infarto nella sua casa di Lampedusa a soli 66 anni. Lui, uno degli italiani più conosciuti al mondo, nel gotha canoro del nostro Paese quanto i suoi ‘colleghi’ Luciano Pavarotti ed Enrico Caruso. Lui uomo di un sud bistrattato, divenne famoso in America come cantante pop, vinse anche il Grammy e conquistò il mondo. Un artista a 360 gradi: non solo cantante ma anche attore e scrittore e a Polignano a Mare tutti, ma proprio tutti, non perdono l’occasione per scattarsi una foto sotto la statua che ritrae il suo più illustre cittadino
potrebbe interessarti anche
AdP con Aeroporti 2030: sinergia all’insegna di innovazione e sostenibilità
Ernest Verner, al parco Rossani di Bari quindici nuovi alberi con targhe ricordo
“Decaro eleggibile”, giudici respingono ricorso di commerciante barese
Il sesto Famila Superstore del Gruppo Megamark a Bari
I carabinieri di Bari celebrano la Virgo Fidelis
Bari, terza edizione di Visioni e Realtà Doc