La procedura di cassa integrazione straordinaria per l’ex Ilva riguarderà un massimo di 4.050 lavoratori, di cui 3.500 a Taranto, 270 a Genova e 175 a Novi Ligure. Questo è quanto stabilito dall’accordo raggiunto con i sindacati dopo oltre 14 ore di trattative presso il Ministero del Lavoro. Il numero dei lavoratori coinvolti è inferiore rispetto all’iniziale richiesta di 5.200 dipendenti, di cui 4.400 a Taranto.
L’accordo prevede che la cassa integrazione decorra retroattivamente a partire da marzo 2024, con i dipendenti che riceveranno il 70% della retribuzione annua lorda, inclusi i ratei di tredicesima e il premio di produzione. Inoltre, sarà introdotto un welfare aziendale fino al 3% dello stipendio lordo, proporzionale al raggiungimento di 3 milioni di tonnellate di produzione.
È stata anche stabilita la massima rotazione tra i lavoratori, con la prospettiva che, in base all’aumento della produzione a partire da ottobre 2024, il numero dei lavoratori in cassa integrazione diminuirà fino ad azzerarsi entro marzo 2026 con la riattivazione di tre altoforni. La validità della cassa integrazione è prevista per 12 mesi, rinnovabili per altri 12 dopo una nuova valutazione congiunta tra azienda e sindacati.
L’accordo include anche iniziative di formazione e la possibilità di discutere di smart working e altre forme di flessibilità lavorativa. È stata inoltre riconosciuta la validità dell’accordo del 6 settembre 2018, che garantisce la salvaguardia occupazionale per i lavoratori di Ilva in amministrazione straordinaria.
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