Bari – Tre schiaffi, tanti quante le leggi impugnate dal Consiglio dei ministri nei confronti della Regione Puglia. In un caso, si tratta della legge “n. 21 del 30/05/2024 che riguarda il centro regionale di riabilitazione pubblica ospedaliera di Ceglie Messapica: “Talune disposizioni, ponendosi in contrasto con la normativa statale in materia di pubblico impiego e coordinamento della finanza pubblica, violano gli articoli 97 e 117, terzo comma, della Costituzione”, si legge nel comunicato di Palazzo Chigi al termine della riunione. La seconda legge della Regione Puglia impugnata ha a che fare con il programma di eliminazione del carcinoma del collo dell’utero (e delle altre patologie HPV-correlate) e con le misure per l’aumento della copertura della vaccinazione anti papilloma virus umano (HPV) e la prevenzione delle infezioni da virus respiratorio sinciziale nel neonato. Nello specifico, si tratta della parte circa l’adempimento degli obblighi vaccinali ai fini dell’iscrizione e dell’accesso ai servizi scolastici.
Il terzo caso riguarda, invece, un provvedimento di riconoscimento di debiti fuori bilancio, che modifica le leggi regionali con norme per l’istituzione e la gestione delle aree naturali protette nella Regione Puglia, sull’istituzione della Fondazione della disfida di Barletta, sulla nuova disciplina in materia di autorizzazione alla realizzazione e all’esercizio, all’accreditamento istituzionale delle strutture sanitarie e socio-sanitarie pubbliche e private, sulle disposizioni per la formazione del Bilancio di previsione 2023 e Bilancio pluriennale 2023-2025 della Regione Puglia – legge di stabilità regionale 2023. Anche in questo caso, la tesi del governo è che “talune disposizioni, ponendosi in contrasto con la normativa statale in materia di tutela della salute, violano l’articolo 117, terzo comma, della Costituzione”.
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