“Nonostante i ripetuti tentativi di chiarimento da parte dell’avvocatura regionale, il Tar di Lecce ha deciso di sospendere fino al 4 settembre l’esecuzione del provvedimento di internalizzazione del centro San Raffaele da parte dell’Asl di Brindisi. La ragione? Secondo il tribunale, l’Asl non avrebbe alternative disponibili per i pazienti se la Fondazione San Raffaele cessasse la propria collaborazione durante il processo di internalizzazione”.
È così che Fabiano Amati, presidente della commissione regionale bilancio e programmazione, ha espresso il suo stupore: “La struttura è della Asl Brindisi, e la funzione di riabilitazione spetta al Perrino, un ospedale pubblico – continua -. Come è possibile che non ci sia un luogo alternativo per i pazienti se non si collabora con la Fondazione San Raffaele? Se la struttura va bene quando è gestita dalla Fondazione, perché non dovrebbe andare bene quando è gestita direttamente dalla Asl con il proprio personale, inclusi quelli in transito dalla Fondazione?”.
Amati ha sottolineato che il centro di Ceglie è regionale ed è gestito dalla Asl di Brindisi, al quale si rivolgono cittadini da tutta la regione. “Qual è il senso di definirlo un centro regionale per poi richiedere l’autosufficienza di posti per tutti i cittadini nell’ambito della dotazione della Asl più piccola della Puglia? Il Tar non ha compreso che il San Raffaele non è una struttura accreditata o convenzionata, ma un reparto del Perrino di Brindisi, a disposizione della sanità pubblica regionale”, conclude Amati.
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