“L’Italia dei paradossi produce un’altra pagina sul vaccino anti-HPV (Papilloma virus). Marcello Gemmato, sottosegretario di Stato alla Salute, ha annunciato la decisione del Governo nazionale di impugnare la legge regionale pugliese che incentiva la vaccinazione, prevenendo così numerosi tumori di origine sessuale, a partire da quello alla cervice uterina. Un paradosso paragonabile a un centometrista che allo start si mette a correre all’indietro”, dice Fabiano Amati, presidente della Commissione regionale Bilancio e programmazione e promotore della legge per l’aumento della copertura vaccinale anti-HPV.
“Stupisce l’enfasi con cui Gemmato ha fornito la notizia dell’imminente impugnativa, quasi fosse un merito, forse per alimentare gli errori di chi nega l’efficacia scientifica dei vaccini. Un atteggiamento governativo più equilibrato sarebbe stato suggerire alla Regione Puglia modi più efficaci per raggiungere l’obiettivo della copertura vaccinale, invece di criticare un innovativo strumento giuridico come il dissenso-informato”, aggiunge.
“Il problema della copertura vaccinale contro il Papilloma virus è far conoscere i benefici del vaccino. La scuola è il luogo ideale per garantire un’informazione capillare, senza imporre filtri per l’iscrizione, ma solo l’obbligo di informarsi sugli effetti della vaccinazione o di rifiutare l’informazione. Educare al diritto di parola e scelta previa informazione è fondamentale, specialmente su temi di salute pubblica”, prosegue Amati.
“Ma il Ministero della Salute sembra preferire la disinformazione. La legge pugliese, di semplice attuazione, richiede per l’iscrizione scolastica e universitaria, nella fascia 11-25 anni, la documentazione della vaccinazione anti-HPV, o un certificato dei centri vaccinali che attesti la somministrazione, l’avvio del programma o il rifiuto della vaccinazione. Se richiesto, può essere attestato anche solo un colloquio informativo sui benefici del vaccino. Tutto questo garantendo la protezione dei dati sensibili, nonostante l’argomento della privacy sia sovrastimato poiché i sistemi informativi delle ASL già registrano tali informazioni”, sottolinea Amati.
“La Regione Puglia difenderà il suo diritto a garantire la salute dei cittadini dinanzi alla Corte costituzionale, auspicando che la Corte stessa possa suggerire al Governo nazionale di attivare politiche di prevenzione valide in tutto il Paese, evitando lunghi e inutili contenziosi giudiziari”, conclude Fabiano Amati.
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