Luca Lazzàro

Cinghiali, Lazzaro: ‘Agricoltori attendono piano straordinario regionale’

Confagricoltura Puglia ha lanciato un allarme riguardo all’impatto devastante dei cinghiali sull’economia agricola e sulla sicurezza stradale della regione. Secondo i dati raccolti tra il 2009 e il 2023, si sono verificati oltre 1000 casi di danni significativi alle colture agricole causati da questi animali, con indennizzi che hanno raggiunto quasi un milione di euro. Tuttavia, tali indennizzi non sono sufficienti a coprire le perdite e i danni subiti dagli agricoltori.

Gli incidenti stradali causati dai cinghiali sono un’altra grave conseguenza, con circa 500 gravi registrati nello stesso periodo, alcuni dei quali con esiti mortali. “Siamo pronti a discuterne per trovare una risposta concreta ed efficace a difesa delle aziende agricole pugliesi – ha dichiarato Luca Lazzàro, presidente di Confagricoltura Puglia -. Le nostre campagne sono invase da questi animali che distruggono le coltivazioni, danneggiano infrastrutture e mettono a rischio la vita dei cittadini, in particolare degli automobilisti. È fondamentale semplificare le procedure e fornire agli agricoltori gli strumenti necessari per proteggere le proprie colture e garantire la sicurezza”.

I danni causati dai cinghiali in Puglia aumentano di anno in anno, gravando principalmente sulle piccole realtà agricole e sull’enorme biodiversità del territorio. La situazione è resa ancora più critica dalla siccità che ha colpito la regione, mettendo in ginocchio gli agricoltori.

Confagricoltura Puglia attende risultati dall’attuazione del recente Dl agricoltura, che permette fino al 31 dicembre 2028 la caccia di selezione dei suidi fino a mezzanotte e il supporto delle Forze armate per attuare e coordinare le misure di contenimento della peste suina africana. Il decreto estende inoltre il periodo di caccia al cinghiale dal 1° ottobre al 31 gennaio.

“È importante creare una filiera alimentare controllata per la gestione dei cinghiali, coordinandosi con il settore sanitario per contrastare la crescente minaccia della Peste Suina Africana, che rappresenta un pericolo crescente per le produzioni suinicole di qualità. La creazione di una rete di filiere corte per la valorizzazione commerciale delle carni di selvaggina è un passo positivo, ma è necessario mantenere alti i livelli di controllo e analisi delle carcasse”, conclude Lazzaro.

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