Aigi, l’associazione che raggruppa l’80% delle aziende dell’indotto AdI, si è riunita in assemblea per compiere una valutazione circa le proposte transattive pervenute da AdI in a.s. alla quasi totalità delle aziende associate considerate prededucibili e strategiche.
In linea di principio, le aziende considerano la proposta un importante passo in avanti nella vertenza che li vede coinvolti ed un vero e proprio cambio di passo ove si consideri quanto accaduto nel 2015 con la prima amministrazione straordinaria di ex Ilva.
L’ auspicio è che si tratti del penultimo atto di un lungo percorso che si concretizzerà solo quando sarà raggiunto l’obiettivo del recupero finale e materiale dei crediti vantati dalle aziende.
A tal fine é stato compiuto uno strenuo e lungo lavoro che ha registrato la partecipazione attiva di Aigi con l’aiuto e la guida del Governo nazionale rappresentato dai parlamentari ionici Iaia, De Palma e Maiorano i quali hanno contribuito alla formalizzazione del cosiddetto decreto “salva indotto”voluto dal Ministro Urso fino al penultimo atto concretizzatosi con la proposta di transazione degli ultimi giorni.
Tuttavia, per esprimere la piena soddisfazione, il consiglio direttivo di Aigi ritiene di dover attendere la proposta formale di transazione. La rinuncia del 30% del credito, ad esempio, per Aigi potrà avvenire solo nella certezza del recupero totale e prosoluto del restante 70%.
Le aziende attendono inoltre di comprendere quali sarebbero le implicazioni nel caso in cui dovessero accettare la formula delle 20 rate.
Le aziende dell’indotto mentre sono convinte che la vertenza sia ad un passo dalla risoluzione, nutrono altrettanta speranza che si concretizzi anche l’impegno promesso dalla Regione Puglia che per voce del Presidente Emiliano ha garantito il recupero, in termini di ristoro, del credito restante.
Per l’associazione maggiormente rappresentativa delle aziende dell’indotto, la proposta transattiva rappresenta comunque una prima, fattiva risposta concreta che la politica locale e i commissari hanno fornito alle aziende che da mesi hanno anche ripreso le lavorazioni per senso di responsabilità e per il rilancio della fabbrica.
Un rilancio ecocompatibile che Aigi continua ad auspicare nell’ interesse dell’economia dell’intero territorio che è inevitabilmente legato alle sorti dello stabilimento.
Il grido d’allarme lanciato poche ore fa dal coordinatore della UIL di Taranto Pallini che ha fotografato la drammatica situazione economico occupazionale della città ne è la prova concreta.
Ed è per questo che Aigi lancia un appello alle forze politiche, sociali ed economiche della città ad una forte assunzione di responsabilità che non può non prescindere dallo stabilimento siderurgico di Taranto che anche il Governo ritiene “asset strategico” per l’intero Paese.
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