Grazie all’intervento del “Pool” Anti-immigrazione interforze, diretto dal GICO del nucleo pef di Lecce, è stato possibile effettuare gli approfondimenti investigativi necessari per ricostruire le fasi del viaggio e individuare i responsabili dell’evento delittuoso legato all’immigrazione clandestina.
Dopo lo sbarco delle scorse ore, il “Pool” ha avviato immediatamente le indagini, che hanno coinvolto l’escussione di alcuni migranti tramite un interprete, l’acquisizione e l’estrazione di materiale da alcuni dispositivi telefonici e l’esame della documentazione trovata a bordo, nonché i rilievi delle impronte digitali per identificare i responsabili dell’illecita introduzione di 69 migranti, tra cui minori, nel territorio italiano.
Come risultato delle indagini, è stato effettuato il fermo/arresto di un individuo di nazionalità afgana, indiziato di delitto per aver condotto l’imbarcazione nella traversata dalle coste turche a quelle italiane. Durante gli accertamenti investigativi, il soggetto si era confuso con altri migranti della stessa nazionalità e aveva abbandonato gli indumenti che lo avrebbero potuto identificare nei video e nelle immagini registrate dai velivoli della Guardia di Finanza.
È emerso che il soggetto era già ricercato per un altro reato legato al traffico di persone, avendo svolto il ruolo di skipper in un evento migratorio che ha coinvolto le coste siciliane il 7 maggio 2023. È stato inoltre possibile ricostruire la sua partecipazione ad altri due sbarchi, avvenuti il 22 maggio 2024 sulle coste baresi e il 19 febbraio 2022 sulle coste crotonesi, in entrambi i casi riuscendo a eludere le autorità mimetizzandosi tra i migranti della stessa nazionalità.
Sulla base delle prove raccolte, lo scafista è stato sottoposto a fermo di indiziato di delitto per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e è stato trasferito presso la casa circondariale “Borgo San Nicola” a Lecce, a disposizione dell’autorità giudiziaria competente. In seguito alla notifica dell’ordine di carcerazione e alla sentenza di condanna emessa dal Tribunale di Messina, il trafficante dovrà scontare una pena di 2 anni e 8 mesi di reclusione.
Questo ennesimo intervento delle forze dell’ordine dimostra l’impegno costante nella lotta contro l’immigrazione clandestina e il traffico di persone, reati che mettono a rischio la sicurezza e la stabilità del nostro paese. Le indagini e i fermi effettuati sono un chiaro segnale che l’Italia non tollererà tali attività illegali e farà tutto il possibile per contrastarle e perseguire i responsabili.
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