Vivere con una malattia grave è sempre più difficile, non solo per gli aspetti sanitari, ma anche per le condizioni di vita e l’assistenza domiciliare necessaria. “Per noi, sulle fragilità, la sofferenza e le povertà non c’è contrattazione”, dichiarano i segretari di CGIL, CISL e UIL, rispettivamente Tiziana Ronsisvalle, Mariangela Frulli e Gaetano Eramo, durante una conferenza stampa sull’assistenza domiciliare. “Dopo quello accaduto al Comune di Taranto, continueremo la nostra azione su tutto il territorio provinciale e in tutti gli Ambiti di riferimento”.
Il 13 giugno si è concluso il complesso iter per i servizi ADI (Assistenza Domiciliare Integrata) e SAD (Servizio di Assistenza Domiciliare) nel Comune di Taranto. Mariangela Frulli (CISL Taranto Brindisi) ha espresso soddisfazione per l’aumento delle quote ISEE, permettendo così una maggiore compartecipazione economica da parte dei cittadini. “Questo risultato ci conforta nell’idea che nessuno deve essere lasciato solo ad affrontare gravi condizioni di sofferenza”, afferma Frulli.
Tuttavia, il panorama provinciale rimane frastagliato. Gaetano Eramo (UIL Taranto) evidenzia che nell’ambito di Massafra la soglia ISEE per accedere ai servizi senza costi è ancora di soli 2.000 euro. “Un disabile grave, in condizioni di estrema fragilità, dovrà affrontare costi elevatissimi per la propria assistenza”, aggiunge Eramo. Tiziana Ronsisvalle (CGIL) sottolinea che un’ora di assistenza potrebbe costare anche 950 euro. “Le fragilità e le povertà sembrano essere trascurate dalle amministrazioni locali”.
Ronsisvalle sottolinea che il Fondo Povertà Estreme per il 2022, di circa 131.000 euro, non è mai stato utilizzato e verrà sottratto al territorio, tornando alle sedi del finanziamento. “Nell’ottica dell’Autonomia Finanziaria, questi territori non sembrano più aver bisogno di quei fondi”.
CGIL, CISL e UIL mantengono alta l’attenzione, chiedendo una rendicontazione dettagliata delle fragilità territoriali a tutti gli ambiti sociali.
Per l’ambito sociale di Grottaglie, i sindacati hanno deciso di non firmare gli accordi, poiché gli 11 comuni coinvolti hanno scelto di non assegnare fondi dai loro bilanci. “Anche su questo fronte si aprirà una vertenza che riguarda i lavoratori e migliaia di cittadini coinvolti”, concludono Frulli, Ronsisvalle e Eramo.
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