Ecco gli elementi che emergono dalla relazione semestrale della DIA, che delinea un quadro complesso e in continua evoluzione della criminalità organizzata in Italia.
Adattamento alle nuove sfide socio-economiche. Le organizzazioni criminali stanno evolvendo le loro strategie, come evidenziato nella Relazione della Direzione Investigativa Antimafia (DIA) al Parlamento per il primo semestre del 2023. Abbandonando parzialmente l’uso della violenza, queste organizzazioni privilegiano ormai l’infiltrazione silenziosa e la corruzione per inserirsi nell’economia legale e nell’ambito imprenditoriale, sfruttando i capitali illeciti accumulati.
Pericolosità delle organizzazioni albanesi. La relazione DIA segnala l’alta pericolosità delle organizzazioni criminali albanesi, strutturate e rafforzate da legami parentali. Questi gruppi collaborano direttamente con i cartelli sudamericani per importare ingenti quantità di cocaina e sono coinvolti nel traffico di migranti dal Canale d’Otranto verso l’Italia.
Rischi legati al PNRR. Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) è sotto la lente d’ingrandimento della DIA, che teme infiltrazioni mafiose nei finanziamenti previsti. Per contrastare tali rischi, il Ministero dell’Interno ha implementato una strategia preventiva basata sulla documentazione antimafia.
Sequestri e confische di beni. Nel primo semestre del 2023, l’azione della DIA ha portato al sequestro di oltre 29 milioni di beni e alla confisca di quasi 130 milioni. Questi interventi hanno colpito in particolare le mafie calabrese, siciliana e campana.
Tecnologia e crimine. Le organizzazioni criminali sfruttano sempre più la tecnologia, utilizzando comunicazioni crittografate e social media per gestire le loro attività illecite, in particolare il traffico di stupefacenti.
Corruzione e intimidazioni. La corruzione rimane uno strumento privilegiato per le mafie per trasformare potenziali nemici in alleati. In Calabria, gli amministratori locali spesso subiscono minacce e intimidazioni per piegarsi alle volontà delle organizzazioni criminali.
Traffico di armi e conflitto russo-ucraino. Il conflitto russo-ucraino aumenta il rischio di traffico di armi verso l’Italia. Le forze di polizia italiane continuano a sequestrare armi, anche da guerra, destinate alle organizzazioni criminali.
Collaborazioni tra mafie. A Roma, la criminalità albanese ha stabilito rapporti con la malavita locale, come i Casamonica, per il traffico di droga e il riciclaggio. La ‘Ndrangheta e la camorra mantengono un ruolo rilevante nella capitale.
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