“Su questa spiaggia rimarranno solo due categorie di uomini: quelli morti e quelli che stanno per morire”.
Oggi, 6 giugno 2024, ricorre l’ottantesimo anniversario dello Sbarco in Normandia, un evento che segnò una svolta cruciale nella Seconda Guerra Mondiale.
Alle 6.30 del 6 giugno 1944, oltre 156.000 soldati alleati, provenienti principalmente da Stati Uniti, Regno Unito e Canada, sbarcarono sulle coste della Normandia in una delle più grandi operazioni anfibie della storia militare. “Abbassarono la rampa e una o due mitragliatrici tedesche aprirono il fuoco. La sabbia veniva sollevata dai colpi proprio davanti a noi. Nessuno si mosse. Il timoniere si alzò e gridò, per qualche strana ragione per un istante ci fu silenzio e la sua voce si sentiva chiara e forte, ‘Per l’amor del cielo, ragazzi, scendete! Devo tornare indietro a prendere un altro carico!’», dal racconto del tenente Joe Smith.
Nella prima ora del D-Day sbarcano circa seimila uomini, un numero che si rivelò insufficiente per via delle pesantissime perdite. Quasi tutte avvennero in acqua o nei primi duecento metri di spiaggia.
Conosciuta come “Operazione Neptune”, della più ampia “Operazione Overlord”, l’invasione aveva l’obiettivo di liberare l’Europa occidentale dall’occupazione nazista. Le spiagge, code-nominate Omaha, Utah, Gold, Juno e Sword, furono teatro di intense battaglie che portarono a pesanti perdite, ma anche a un’eroica dimostrazione di coraggio e determinazione.
Le celebrazioni di quest’anno vedono la partecipazione di veterani, leader mondiali e cittadini comuni, tutti uniti nel rendere omaggio a coloro che combatterono e morirono per la libertà. Cerimonie commemorative, rievocazioni storiche e visite ai cimiteri di guerra sono solo alcune delle iniziative organizzate per onorare la memoria di quegli eroi.
Il ricordo del D-Day rimane un simbolo potente di sacrificio e solidarietà internazionale, un monito per le future generazioni sull’importanza di preservare la pace e la libertà.
Le perdite. A pagare il prezzo più alto furono gli americani con circa 6600 perdite, di cui circa quattromila nella sola insanguinata spiaggia di Omaha beach. Per i tedeschi le perdite si stimano fra i quattro e novemila uomini. Alla fine dell’Operazione Overlord gli americani seppellirono 9387 soldati, quelli che oggi riposano nel cimitero di Colleville-sur-Mer. Rivolti a ovest, guardano oltre Atlantico verso la loro patria, che non avrebbero più rivisto dopo aver toccato il suolo europeo. Per questi e per tutti gli altri caduti, il D-Day fu il giorno più breve della loro esistenza.
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