“Sulle liste d’attesa in sanità e sul decreto del Governo Meloni siamo alla scoperta dell’acqua calda. Si tratta di un decreto legge che a prima vista rende illegale ciò che è già illegale, con il particolare che nessuno ha sinora perseguito tali illegalità”. Lo dichiarano in una nota i rappresentanti di Azione Puglia: Fabiano Amati, consigliere e commissario regionale, Sergio Clemente e Ruggiero Mennea, consiglieri, e Alessandro Nestola, responsabile regionale sanità.
“Il divieto di agende chiuse, l’obbligo di agende dedicate, di CUP unico (per pubblico, privato convenzionato, ALPI) e di allineamento dei tempi tra prestazioni istituzionali e a pagamento sono precetti già vigenti. Che cosa cambia, dunque? Nulla o forse solo la decadenza dei direttori generali che non fanno rispettare queste norme. Su questi punti, da anni è in discussione la nostra proposta di legge; prima annacquata, poi sabotata e infine bocciata. Vogliamo riprenderla? È stata già depositata una nuova versione, pronta per essere approvata”, evidenziano nella nota.
“Ne abbiamo voglia? O ancora una volta dobbiamo vedere i responsabili di questi inadempimenti svegliarsi come nel paese delle meraviglie? Oppure sentire i sindacalisti tuonare con il solito ritornello “non è questo il problema”, senza mai incaricarsi di dire precisamente quale sarebbe invece il problema?”, continua la nota.
“È l’ora che tutti – compresi politici riluttanti, burocrati ritrosi e sindacalisti refrattari – si ricordino di Einstein e la smettano con la vita routinaria, coincidenza di lunga agonia, cominciando a pensare che le cose non cambiano mai se continuiamo a farle nello stesso modo”, concludono.
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