CASTELLANETA – Accusati, a vario titolo, di aver diffamato e minacciato, via social e non solo, l’ex sindaco di Castellaneta ed ex presidente della provincia di Taranto Giovanni Gugliotti, rischiano ora il processo gli otto inputati della “spy story” in odor di calunnia svelata dagli agenti della Squadra Mobile ionica nel novembre 2021. L’inchiesta della procura tarantina, nel tempo allargatasi e che vede coinvolti nomi “grossi” della politica cittadina e provinciale, dopo la richiesta di rinvio a giudizio avanzata dai pm, entra ora nella fase giudiziaria vera e propria, con la fissazione della dell’udienza preliminare in programma il prossimo 5 luglio davanti al Gup del tribunale ionico.
Castellaneta, minacce all’ex sindaco Gugliotti: udienza preliminare
Nel dettaglio, rischiano il processo l’ex consigliere comunale Vito Perrone e l’imprenditore Vito Fortunato Pontassuglia, accusati di violenza privata per aver minacciato Gugliotti, all’epoca primo cittadino, di proseguire nella campagna diffamatoria già avviata attraverso una decina di profili fake con cui la vittima veniva accusata via social di aver truccato gare d’appalto per mettersi i soldi in tasca. Falsi i profili, ma false pure le accuse. Eppure, a tramare contro l’incolpevole Gugliotti ci sarebbero stati anche il 44enne Settimio Surico, il 59enne Angelo Clemente e il 59enne Vito Nicola Putignano. Insieme all’allora sindaco, al centro delle “attenzioni” del gruppo ci finirono anche l’ex magistrato Matteo Paolo Giuseppe Di Giorgio e l’avvocato Maria Terrusi, parti offese nel procedimento proprio come Gugliotti.
Di più: tra le persone per cui il pm ha chiesto il rinvio a giudizio compaiono anche due sottufficiali del Gruppo Forestale, Giovanni Prisciantelli e Maurizio Ronco. I due, secondo l’accusa, avrebbero denunciato alla Guardia di Finanza alcune “condotte” a loro dire illegali del povero e incolpevole ex amministratore, completamente estraneo ai fatti. L’inchiesta della procura, pubblici ministeri Antonio Natale e Marco Colascilla Narducci, veda infine coinvolta anche Simonetta Tucci, all’epoca presidente del consiglio Comunale di Castellaneta, che accusò il solito Gugliotti, diventato suo malgrado bersaglio indifeso, di violenza sessuale, atti persecutori e concussione. Ipotesi di reato, quelle a carico del sindaco, tutte archiviate, mentre la donna, pure lei indagata nel procedimento, dovrà ora difendersi dall’accusa di calunnia. Un’ipotesi, anche questa, eventualmente tutta da dimostrare nelle opportune sedi.
Intanto, gli 8 imputati sono tutti chiamati a comparire davanti al Gup Benedetto Ruberto, il prossimo 5 luglio, data dell’udienza preliminare.
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