Scorribande non stop dei cinghiali nei campi e nelle aree dei parchi, quando ammontano a oltre 30 milioni di euro i danni causati dagli animali selvatici in Puglia per cui serve il Piano Straordinario regionale. E’ quanto torna a denunciare Coldiretti Puglia in relazione all’ennesima pericolosa invasione di un branco di cinghiali nelle campagne di Altamura, proprio a ridosso del Parco Nazionale dell’Alta Murgia.
Enormi i danni causati dalla fauna selvatica in Puglia, con i cinghiali che distruggono le coltivazioni e attaccano gli uomini e gli animali allevati, come anche i lupi e i cani inselvatichiti, gli storni, azzerano la produzione di olive e distruggono le piazzole, le lepri divorano i campi di ortaggi, i cormorani mangiano i pesci negli impianti di acquacoltura, i pappagalli verdi si cibano di frutta e mandorle e il killer dei mari, il granchio blu che stermina vongole veraci e cozze, con un danno complessivo stimato pari ad oltre 30 milioni di euro, continua Coldiretti Puglia
“Da qui la richiesta di mettere un freno immediato alla proliferazione dei selvatici, dando la possibilità agli agricoltori di difendere le proprie terre, con l’adozione del piano regionale straordinario di contenimento e strumenti normativi efficaci per difendere il territorio da una vera e propria invasione”, dice Alfonso Cavallo, presidente di Coldiretti Puglia.
Con la Puglia invasa da 250mila cinghiali, non c’è solo la peste, ma è allarme per la sicurezza delle persone in campagna e città – denuncia Coldiretti Puglia -. I branchi si spingono fin dentro i centri urbani, fra macchine in sosta, carrozzine con bambini e anziani che vanno a fare la spesa. “Le aree della Murgia barese e tarantina, del Gargano e del subappennino dauno sono divenute l’eldorado dei cinghiali, con una frequenza preoccupante di incidenti stradali, oltre alla devastazione dei raccolti di lenticchie di Altamura, cicerchie, fave, ceci e piselli, broccoletti, ortaggi, piantine appena seminate di favino e grano, uva soprattutto su vite a spalliera, frutta scuotendo gli alberi, tutto il sottobosco e la biodiversità dei boschi e dei parchi”, tuona Pietro Piccioni, direttore di Coldiretti Puglia.
La situazione è diventata insostenibile in città e nelle campagne con danni economici incalcolabili alle produzioni agricole – sottolinea Coldiretti -, ma viene compromesso anche l’equilibrio ambientale di vasti ecosistemi territoriali in aree di pregio naturalistico con la perdita di biodiversità sia animale che vegetale.
Si tratta – evidenzia la Coldiretti regionale – solo della punta dell’iceberg perché molti non denunciano scoraggiati dalle lungaggini burocratiche e dalle condizioni poste dalle assicurazioni come ad esempio, oltre alle tracce sulla vettura e sull’asfalto, anche il rinvenimento della carcassa dell’animale con il quale ci si è scontrati.
In tale scenario, anche l’Autorità per la sicurezza alimentare Europea (EFSA) ha lanciato un appello agli Stati dell’Unione Europea chiedendo misure straordinarie per evitare l’accesso dei cinghiali al cibo e ridurne del numero di capi per limitare il rischio di diffusione della peste suina africana (psa) che colpisce gli animali ma non l’uomo. La maggioranza dei cittadini considera l’eccessiva presenza degli animali selvatici una vera e propria emergenza nazionale che incide sulla sicurezza delle persone oltre che sull’economia e sul lavoro, specie nelle zone più svantaggiate”, conclude Coldiretti Puglia.
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