“Banca Ifis certamente non può essere ritenuta responsabile del dramma dell’indotto dell’ex Ilva, ma purtroppo la situazione per le nostre aziende, già allo stremo, si è ulteriormente complicata da quando la stessa banca ha bloccato la cessione dei crediti AdI adeguandosi al disimpegno da parte della società siderurgica”.
Lo precisa Fabio Greco, il presidente di Aigi, ricordando che proprio alla Banca Ifis “alcune aziende hanno ceduto in toto o in parte i propri crediti. Le richieste di incontro più volte reiterate non hanno sinora avuto risposta. Auspichiamo dunque una ripresa dell’interlocuzione e risposte concrete”.
”E’ una situazione complessa – osserva Greco -, che mette in seria difficoltà tutte le aziende dell’indotto e che non offre speranze per il futuro. Futuro di cui ha parlato a più riprese il governo per voce del Ministro Urso, ma non può esserci futuro se non saranno prima ristorate le aziende strategiche che mandano avanti da anni il siderurgico 24 ore su 24″.
”L’indotto di Aigi ha riposto massima fiducia nel lavoro dei commissari offrendo loro massima disponibilità per la salvaguardia delle aziende e per garantire la continuità produttiva. Una produzione che sta partendo in maniera molto lenta e che dovrebbe essere compensata dalla cassa integrazione che non è ancora partita. L’accordo quadro definito nel decreto legge non è stato tuttora firmato”, conclude Greco.
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