“La cultura non basta. I luoghi come metafore attive” è il tema dell’incontro organizzato nell’ambito del ciclo di eventi “RiCreazione” promosso dal Dipartimento di Scienze Umane e Sociali dell’Università del Salento presso la sala della Grottesca del Rettorato di Lecce per accendere un faro sul ruolo della cultura non più appannaggio dell’establishment come un tempo, ma sempre più inclusiva, legata ai territori, ai luoghi, ai paesaggi, agli spazi che evocano storia, arte, sedimentazioni, contaminazioni artistiche, teatrali, musicali e turismo. Dopo i saluti istituzionali si sono confrontati sull’argomento Luigi De Luca, direttore del Polo Bibliomuseale Pugliese, Paolo Babbo, presidente di ArtWork, Stefano Cristante e Sarah Siciliano, docenti UniSalento. L’offerta culturale è ormai cambiata. Si caratterizza per essere varia e diversificata e per giunta legata ai temi della socializzazione, puntando ad avere un carattere interattivo e processuale e ad innescare crescita culturale nella vita civica oltre a garantire sostenibilità ambientale. Non si prediligono più i musei soltanto come spazi chiusi dove custodire nelle vetrine manufatti, cimeli e reperti archeologici, ma attraggono sempre più i poli aggregativi generatori di identità e memoria. Molti centri culturali, infatti, oltre ad essere un’infrastruttura culturale, svolgono anche una funzione di infrastruttura sociale per la comunità amante della cultura. Una cultura viva che trasforma spazi e luoghi, molto attenta al patrimonio culturale materiale ma anche a quello di natura immateriale. Una cultura che è passata dalla politica della gestione alla poetica dei luoghi.
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