BRINDISI – A detta del denunciante lo avrebbero perseguitato in ogni modo, via telematica e di persona, estorcendogli anche del denaro. Questo perché “colpevole” di aver assunto presso la sua attività commerciale, una paninoteca ambulante nei pressi di un campo sportivo della provincia di Brindisi, una loro congiunta. E anche la giovane dipendente, stufa delle presunte angherie subite in famiglia, ha denunciato tutto ai carabinieri. Proprio come ha fatto il suo datore di lavoro, titolare dell’attività presa di mira, che ha querelato le tre donne, mamma e zie della dipendente, sorelle tra loro, per atti persecutori ed estorsione. I presunti soprusi sarebbero iniziati circa un anno fa, ma solo recentemente il commerciante ha deciso di dire basta.
Estorsione ed atti persecutori, la doppia denuncia
A far traboccare il vaso, un recente “blitz” di una delle signore in questione che, alla presenza di alcuni clienti, avrebbe inveito, insultato e minacciato il lavoratore. L’uomo, ormai esasperato, si è poi recato in caserma per formalizzare le accuse. Lo stesso ha fatto la sfortunata dipendente che ha raccontato ai militari di aver subito, per anni, le angherie della madre e delle zie, tanto fisiche quanto psicologiche ed economiche. Ad avvallare la tesi che la vicenda sia ben più di una semplice bega familiare, ci sarebbero chat, registrazioni audio e video, ma anche circostanze e testimonianze. Tutto, ora, nelle mani degli investigatori dell’Arma che hanno avviato gli accertamenti del caso prima di un possibile e futuro interesse da parte della Procura di Brindisi, informata dei fatti.
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