“Un presidente del Consiglio, per il ruolo che ricopre, dovrebbe non dire fesserie. Ma soprattutto visto che il suo Pd, quando era al governo, si è visto bocciare la misura, dovrebbe conoscere bene la materia. Dalle sue dichiarazioni così non appare e quindi facciamo chiarezza”. E’ la replica di Francesco Ventola, capogruppo di FdI in Consiglio regionale pugliese, alle dichiarazioni della presidente del Consiglio regionale, Loredana Capone sulla decontribuzione Sud.
“La Decontribuzione Sud è stata introdotta nel 2020 per ridurre il costo del lavoro delle imprese del Mezzogiorno per consentire a queste, durante il Covid 19, di non licenziare e mantenere stabile l’occupazione. Successivamente, la misura è stata prorogata per fronteggiare la crisi a seguito dello scoppio della guerra in Ucraina. Quindi, la Decontribuzione Sud è una misura di carattere europeo e non è ancora scaduta”, spiega Ventola.
”Qualora la Commissione europea proroghi il Temporay Crisis and Transition Framework, la misura potrà essere riproposta per garantire il non licenziamento ai lavoratori già assunti. Ma, il Governo, per conto suo, ha introdotto un bonus occupazione per assumere nuovi lavoratori per le imprese del Sud e quindi ridurre il divario occupazionale con il Nord. Quindi, qualora non possa essere prorogata la Decontribuzione Sud, il Governo si attiverà con la Commissione europea per ridefinire i termini della misura, per trasformarla da temporanea a stabile e duratura. E se il presidente Capone non vuole credere a noi potrebbe chiedere all’ex ministro Provenzano che propose la stessa misura prima della pandemia”.
Cosa aveva detto Loredana Capone: “Eliminazione Decontribuzione colpo al Sud”. “Ogni giorno ce n’è una nuova. Un gioco al massacro che vede nel mirino sempre il Sud. Non basta l’autonomia differenziata, che ci lascerà nella povertà, nella arretratezza dei servizi, senza i nostri talenti e con i ragazzi che emigreranno più di ora. Si aggiunge un nuovo tassello: dal 30 giugno sarà cancellata la decontribuzione per le aziende del Sud. Saranno tolti 3,3 miliardi di euro: tradotto, significa 3 milioni di dipendenti. Niente più sgravi per le nostre aziende che già compiono atti eroici per la sopravvivenza”.
”Proprio quella misura che era stata varata nel 2021 per incentivare le aziende del Mezzogiorno dopo la pandemia e che permetteva di essere competitive a fronte di territori prive di infrastrutture rispetto al Nord – ha aggiunto la presidente del consiglio regionale pugliese e vice presidente nazionale del Partito democratico -. Questo Foverno, con in testa il ministro della nostra terra (Fitto, ndr), pensa di compensare la cancellazione della Decontribuzione Sud con il decreto lavoro varato l’1 maggio. Peccato che i bonus Meloni valgono un terzo rispetto alla misura quindi non solo non aggiungono ma neanche sostituiscono”.
”Il ministro Fitto, con il suo partito, invece di cedere l’unità d’Italia ai suoi alleati in cambio del premierato, si impegni affinché Bruxelles rinnovi l’autorizzazione sugli aiuti di Stato, nei quali rientra la Decontribuzione Sud. Perché altrimenti non avremo più alcun dubbio che l’unico scopo è annientare il Mezzogiorno”, conclude Capone.
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