La lettera con cui Michele Emiliano ha definito “inopportuna” la sua audizione in Commissione Antimafia “in un momento di delicati impegni legati alla recente fase politica in Consiglio regionale, come la votazione della mozione di sfiducia nei suoi confronti”, ha sollevato reazioni contrastanti della politica italiana. L’audizione avrebbe riguardato le vicende e le inchieste sui rischi di infiltrazioni mafiose nel territorio pugliese e in particolare a Bari.
Per Maurizio Gasparri, presidente dei senatori di Forza Italia, Emiliano “ha ragione: la Commissione antimafia deve essere terza. Lui invece è ultimo in quanto a serietà, rispetto delle istituzioni e trasparenza”.
“Faccio un appello perché qualcuno non cada nella tentazione di usare la Commissione Antimafia come strumento politico. Quello che sta succedendo in queste ore riguardo all’audizione del Presidente Emiliano è paradossale. Il Presidente ha chiarito che, dovendosi votare una mozione di sfiducia, dovendosi cioè gestire un passaggio politico complesso, avrebbe preferito che l’audizione che lo riguarda potesse aver luogo dopo questo passaggio politico. La sensazione invece è che qualcuno intenda usare l’audizione come clava in vista del passaggio in Consiglio Regionale. Questo è molto pericoloso. Crea un precedente che intaccherebbe in maniera irreversibile l’autorevolezza della Commissione Antimafia.” È il pensiero di Claudio Stefanazzi, deputato pugliese del Partito Democratico.
“Di inopportuno in questa vicenda c’è invece solo il comportamento del presidente della Regione, che dribbla la convocazione in Antimafia adducendo motivazioni francamente strumentali e poco credibili. La finalità dell’audizione è accertare eventuali infiltrazioni mafiose nel territorio pugliese, in particolare a Bari. Da Emiliano ci aspettiamo un atteggiamento di massimo supporto e collaborazione, non certo ostile e contrario alle regole istituzionali”, dice Pietro Pittalis, capogruppo di Forza Italia in commissione Antimafia.
“La commissione Antimafia viene usata dai commissari della maggioranza come una clava e a fini elettoralistici. Il presidente della Puglia aveva solo fatto presente, giustamente, l’opportunità di non far coincidere l’audizione con i giorni delle sedute del consiglio regionale sulla mozione di sfiducia presentata dalle destre. Questi signori hanno accusato Emiliano di non voler essere audito. Bene, l’audizione è stata fissata tra tre giorni, sei giorni prima del consiglio regionale. Qualcuno di questi signori dovrebbe chiedere scusa, dubitiamo che lo faranno”. Così Walter Verini, capogruppo Pd in Antimafia e Anthony Barbagallo, segretario della commissione.
“Lascia esterrefatti l’atteggiamento arrogante della sinistra sulla convocazione del presidente della Regione Puglia Emiliano da parte della commissione Antimafia. Rispediamo ai sodali di Emiliano, che indossano la casacca del PD, l’accusa rivolta alla maggioranza di scarso rispetto per istituzioni e al governo di usare la Commissione come una clava: forse loro erano abituati a fare così. Capiamo che per il governatore della Puglia siano ore complicate e frenetiche, visto il grosso impegno profuso nel gioco del tetris per il rimpasto della giunta pugliese, ma il presidente della Commissione Chiara Colosimo, ha mostrato ampia disponibilità nell’individuare con Emiliano una data condivisa per l’audizione, che non contemplasse i giorni dallo stesso esclusi”. E’ quanto afferma in una nota Tommaso Foti, capogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera, che aggiunge: “L’audizione servirà anche ad Emiliano per chiarire le ragioni che lo avrebbero portato a inviare un messaggio a un amministratore poco prima del suo arresto, così come confermato dall’avvocato Laforgia, difensore di quest’ultimo. Vero è, invece, che il tentativo di Emiliano di sottrarsi all’audizione, evocando ragioni di inopportunità, appare inspiegabile e irrispettoso, non solo nei confronti dei componenti la Commissione Antimafia, la cui attività, come quella di tutte le commissioni d’inchiesta, è distinta e distante da quella Governo, ma soprattutto dei cittadini pugliesi, che legittimamente chiedono chiarezza e trasparenza”.
“Il sospetto che la convocazione del presidente Emiliano in commissione Antimafia fosse solo un pretesto per esacerbare ulteriormente i toni della campagna elettorale trova piena conferma dopo le insulse e false accuse di oggi. A quanto pare, Emiliano è ‘colpevole’ di aver chiesto un rinvio di alcuni giorni per evitare la sovrapposizione dell’audizione in Commissione con la discussione sulla mozione sfiducia presentata dalle opposizioni”. Lo ha scritto in una nota Marco Lacarra, deputato barese del Partito Democratico. “Una richiesta – aggiunge – non solo legittima, ma addirittura tesa a salvaguardare il ruolo e la funzione della commissione Antimafia, che anche in questa occasione qualcuno vorrebbe usare come tribunale del popolo per inchiodare gli avversari politici”.
“A parlare di ‘inopportunità politica’ è stato lo stesso Emiliano venerdì scorso agli uffici della commissione parlamentare Antimafia, presentando poi la lettera. Ed è chiaro che noi non possiamo che registrare tutto ciò. Questa stessa sintesi è poi emersa, tra i vari componenti e non solo di FdI, in ufficio di presidenza della commissione anche stamattina”. Lo dichiara Riccardo De Corato, capogruppo di FdI in Antimafia. “Attraverso le interlocuzioni tra lui e gli uffici della commissione in questi giorni, è emerso che la presidente Colosimo gli aveva chiesto di anticipare l’audizione prima della mozione di sfiducia in Consiglio regionale, ma lui si è detto contrario. Emiliano è stato ora convocato per il 2 maggio. Se non dovesse venire, decideremo cosa fare come da prassi in ufficio di presidenza”.
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