Il recente rimpasto nella Giunta regionale pugliese, caratterizzato da tre nuovi ingressi, ha scatenato tensioni tra il governatore Michele Emiliano e Sinistra Italiana, lasciando insoddisfatti altri alleati.
Il presidente Emiliano ha parzialmente rinnovato il suo team, con l’uscita di due assessori esterni, Rocco Palese per la sanità e Anna Grazia Maraschio per l’ambiente, e l’ingresso di tre nuove figure: Viviana Matrangola, con delega alla legalità, Serena Triggiani all’ambiente, e Debora Ciliento, consigliera regionale del Pd a trasporti e mobilità sostenibile.
Tuttavia, le polemiche non si sono fatte attendere: l’associazione Libera Puglia ha preso le distanze dall’ingresso di Matrangola, figlia di Renata Fonte, assassinata nel 1984 per aver contrastato un progetto edilizio. Il centrodestra ha criticato lo stesso Emiliano depositando una mozione di sfiducia, mentre Forza Italia si chiede se questo rimpasto soddisfi Elly Schlein.
L’ex assessora Maraschio, espressamente indicata da Sinistra Italiana, ha criticato il rimpasto definendo la sua uscita come un segnale di discontinuità. “Quindi, l’operazione moralità e legalità della giunta regionale pugliese si esaurisce, in sostanza, con la fuoriuscita della sottoscritta. Questo è il segnale di discontinuità che si vuole far passare. Rispondo con un sorriso”, ha attaccato l’ex titolare della delega all’Ambiente.
Anche Nico Bavaro di SI ha lamentato l’operazione definendola una farsa. Don Angelo Cassano di Libera Puglia si è dissociato dall’ingresso di Matrangola: “Personalmente e come referente di Libera Puglia non so nulla di questa scelta alla Regione e, attualmente, Matrangola non è dirigente di Libera. Ci vuole una rivolta morale, etica e culturale nella politica di questa terra e non operazioni estetiche di facciata”, ha scritto su Facebook Don Cassano.
Il rimpasto, dunque, non ha solo aggiornato la composizione della Giunta, ma ha acceso un acceso dibattito sulla moralità e la direzione politica della regione pugliese.
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