“Apprendo finalmente, grazie a un’intervista del segretario cittadino del Partito Democratico, Gianfranco Todaro, a Repubblica Bari di oggi, la ragione per la quale non hanno accolto la mia disponibilità a candidarmi a Sindaco e l’indicazione della Convenzione per Bari 2024. Todaro ha detto che a luglio scorso, quando promuovemmo, come Giusta Causa, una grande assemblea aperta sui temi della città in cui erano “tutti presenti con voglia di ascolto e massima apertura”, si sarebbero sentiti dire, da me, “che Bari non dev’essere più un luna park. Fu destabilizzante”. Lo scrive in una nota Michele Laforgia, candidato sindaco di Bari.
”Come credo sia noto, presto molta attenzione alle parole: quelle degli altri e le mie. Sono andato a rileggere, ma il contenuto dell’intervento è reperibile in rete, cosa dissi in quella occasione. Lo ripropongo pressoché testualmente qui perché è parte integrante e sostanziale della nostra visione e del programma per la città”, aggiunge.
“Bari ha avuto un grande e visibile sviluppo, in questi anni, anche per merito nostro, per come l’abbiamo governata per vent’anni. Ma abbiamo lasciato ancora irrisolte alcune questioni, per le quali vent’anni evidentemente non sono bastati. Penso alla costa sud, al nodo ferroviario, al Piano Urbanistico Generale. E lo sviluppo ne ha fatte sorgere altre, perché com’è noto il mercato non si autoregola. Ad esempio, una evidente, progressiva, ingravescente emergenza abitativa nel centro e nelle aree limitrofe per la crescente carenza di appartamenti in affitto, gli sfratti in aumento e la trasformazione, con progressione geometrica, di B&B e case vacanze. Significa studenti, giovani coppie, famiglie senza casa, senza città. Dobbiamo fare attenzione, perché il turismo è evidentemente una risorsa, ma a condizione che non stravolga il suo stesso spazio vitale, che altrimenti finirebbe per consumare anche il turismo. Vale per Bari e vale per la Puglia. Chi può negare che le scenografiche sfilate di Gucci e Dolce & Gabbana costituiscano un importante valore aggiunto, per il nostro territorio? Ma lo sono a condizione di non fare della Puglia solo un fondale, o, peggio, un Luna park. Qualche anno fa, Chicca Maralfa ne fece un romanzo, intitolato ‘Festa al trullo’. Forse sarebbe il caso di ripensare a quello che vogliamo e possiamo essere: con la focaccia, la Peroni, i polpi, San Nicola, il mare, il sole e i trulli, ma pure con l’innovazione tecnologica, l’industria verde, l’edilizia di qualità, l’eccellenza delle professioni, gli intellettuali, l’Università, la scuola, una delle più grandi aziende pubbliche italiane, AQP, che da tempo non dà più da mangiare, ma da bere e molto altro. Perché la Puglia non è la California, e se non è prigioniera degli stereotipi può essere ancora meglio”.
“Ora, quale parte di questo discorso il segretario provinciale del PD ha trovato destabilizzante? Credo sia giusto saperlo, non tanto per dare spiegazione di un fatto ormai passato – l’avermi attribuito, come più volte ha fatto, carattere “divisivo”, tanto da arrivare separati al primo turno delle elezioni comunali – ma per discutere del presente e, soprattutto, del futuro della nostra regione e della nostra città”, conclude Laforgia.
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