“Il Re è nudo! Dopo il tanto propagandare assunzioni nel Corpo di Polizia Penitenziaria dai numeri apparentemente mirabolanti, il Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria, per mano del suo capo, Giovanni Russo, è costretto a venire allo scoperto e a mettere nero su bianco di ‘non riuscire a recuperare il gap assunzionale’, problema a cui si devono ‘aggiungere, inoltre, le criticità connesse all’aumento esponenziale delle cessazioni dal servizio che si registreranno nel quinquennio 2023-2027’. Questo si legge in una nota indirizzata, dal Capo del DAP, all’Ufficio per il Coordinamento e la Pianificazione delle Forze di Polizia con la quale, ciliegina sulla torta, per porre rimedio a una spaventosa voragine organica si chiede di valutare la possibilità, seppur su base volontaria, di trattenere in servizio i poliziotti per due anni oltre il limite d’età ordinamentale”. Lo dichiara Gennarino De Fazio, segretario generale della UILPA Polizia Penitenziaria.
“Quella del Capo del DAP è un’entrata a gamba tesa, non preventivamente discussa con le Organizzazioni Sindacali, e muove in direzione opposta alla necessità di svecchiamento dell’età media degli appartenenti al Corpo di polizia penitenziaria. Senza contare che oltre il 50 per cento dei pensionamenti avviene a domanda o per ragioni sanitarie e non per sopraggiunti limiti d’età. Insomma, la pezza e peggio del buco. Da tempo denunciamo il vuoto nel Corpo di polizia penitenziaria, cui mancano 18mila unità rispetto al fabbisogno, che si fa di anno in anno più pesante perché le assunzioni non coprono le cessazioni dal servizio. Questo anche perché le politiche passate hanno condotto a dismettere diverse scuole di formazione e, adesso, come scrive anche il Capo del DAP, non sono sufficienti. Allora, anziché fantasticare sull’improbabile riconversione in carcere di caserme delle forze armate inutilizzate, perché non impiegarle a scopi didattici per la Polizia penitenziaria? A pensar male si fa peccato, ma noi siamo umanamente peccatori e abbiamo la netta sensazione che l’indisponibilità delle scuole sia solo l’alibi per non assumere e ridurre la formazione. Parallelamente, infatti, si sta operando per limitare il corso iniziale per gli agenti, quasi sempre l’unico in carriera, a soli 60 giorni”, spiega il segretario della UILPA PP.
“Se qualcuno vuole nelle carceri personale avanti con l’età, non formato e comunque insufficiente, sappia che ricorreremo a ogni iniziativa e strumento utile per impedirlo. Il Ministro della Giustizia, Carlo Nordio, e il Governo Meloni aprano un confronto serio su organici e pensioni per alimentare e finalizzare il fondo perequativo e da destinare alla previdenza dedicata onde impedire che l’assegno per le donne e gli uomini in divisa, dopo oltre 40 anni al servizio dello Stato, sia prossimo a quello sociale. Varino, inoltre, un decreto carceri per assunzioni straordinarie nella Polizia penitenziaria rinunciando a voli pindarici e idee balzane che vanno contro la funzionalità del sistema, prim’ancora che contro gli operatori”, conclude De Fazio.
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