La Corte di Cassazione (sesta sezione penale) ha annullato, senza rinvio, la sentenza della Corte d’Appello di Bari con cui, nel febbraio 2023, Salvatore Camporeale, sindaco di Margherita di Savoia, e il vice Giuseppe Barra furono condannati, rispettivamente a 9 e 4 anni di reclusione, per concussione e peculato.
I fatti risalgono al 2007, quando entrambi erano in carica (Barra aveva anche la delega all’ambiente e all’urbanistica del Comune) e furono arrestati in seguito alle denunce di alcuni imprenditori locali. Uno di questi lamentò come alcuni pagamenti per dei lavori eseguiti in favore del Comune fossero stati bloccati, se non avesse provveduto (dietro minaccia del sindaco) a pagare alcuni affitti della sede del suo partito e se non gli avesse consegnato denaro per la campagna elettorale.
Lo stesso imprenditore sostenne di essere stato costretto a consegnare 20mila euro per rendere edificabile un terreno a Margherita di Savoia. Un altro imprenditore sostenne di aver effettuato gratuitamente dei lavori di riparazione nella casa del sindaco per sbloccare dei pagamenti che vantava nei confronti del Comune.
Arrestati nel 2007, Camporeale e Barra tornarono in libertà su disposizione del Tribunale del Riesame, che ritenne insussistenti i gravi indizi di colpevolezza. Assolti in primo grado a Foggia, i due furono invece condannati in appello a Bari. La Cassazione, però, ha annullato questa condanna.
“Dopo 17 anni si chiude definitivamente una vicenda kafkiana. Alla soddisfazione professionale, si accompagna però lo sgomento per il lungo trauma subito dai cittadini, per quanto statuito dalla Suprema Corte, inutilmente imputati”, affermano gli avvocati Roberto Eustachio Sisto, Fabio de Feo, Nicola De Fuoco, Roberto Di Marzo e Piervito Castiglione Minischetti, tutti dello studio FPS di Bari, difensori dei due imputati.
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