BARI – Potrebbe rispondere alle domande del gip del Tribunale di Bari, Ilaria Casu, Alfonso Pisicchio, l’ex numero uno dell’Arti e ex assessore regionale all’Urbanistica ai domiciliari dalla scorsa settimana insieme a suo fratello Enzo e altre cinque persone, con l’accusa di aver pilotato cospicui finanziamenti regionali ad alcune imprese in cambio di varie utilità (tra cui numerose assunzioni di famigliari e militanti politici) e attraverso polizze fideiussorie false fornite da un sedicente broker.
Massimo riserbo, da parte dei legali, sulla linea difensiva da seguire ma da ciò che emerge entrambi i Pisicchio non dovrebbero avvalersi della facoltà di non rispondere. Secondo l’inchiesta, Alfonso Pisicchio avrebbe turbato gli incanti quando era assessore della prima Giunta Emiliano. In quel periodo avrebbe utilizzato la sua influenza politica e le sue relazioni – tramite il fratello Enzo definito dagli inquirenti “il faccendiere” – per una gestione clientelare del suo ruolo per ottenere consenso elettorale ma anche assunzioni di amici, parenti e sostenitori nelle aziende agevolate. L’ex assessore è difeso da salvatore D’Aluiso dopo che Michele Laforgia – tra i possibili candidati alla poltrona di sindaco di bari per il centrosinistra – ha rimesso il mandato. Il penalista seguiva Pisicchio sin dall’inchiesta su presunta corruzione del 2020.
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