“Il 10 aprile 2024 la RSU di MARISTANAV TA e le organizzazioni sindacali territoriali si radunano in,sit-in all’ingresso della Nuova Stazione Navale, per avviare la mobilitazione dei dipendenti civili del Comando”. Così Vincenzo Boccadamo, segretario aziendale e coordinatore Rsu UilPaMaristanav Taranto.
“Con forza e determinazione si chiede un intervento immediato delle SS.AA e del Vertice Politico per arginare l’atavico problema delle carenze organiche – continua Boccadamo -. Chi vive quotidianamente la realtà lavorativa dell’Ente è consapevole che il ridotto numero di dipendenti in servizio rende quasi impossibile la tempestiva risoluzione delle avarie a bordo delle Unità Navali della Marina Militare e ogni altra attività tecnica e amministrativa, funzionale ad assolvere i compiti d’istituto”.
E poi: “Bisogna rilevare, ahimè, che la Base Navale di Taranto, individuata fra le più grandi Basi Navali Europee, non rientra nei programmi di nuove assunzioni. Senza voler essere autoreferenziali, i dipendenti civili di Maristanav Taranto, sono da sempre impegnati a gestire interventi tecnici su navi italiane, straniere, in acque nazionali ed internazionali e ogni lavorazione/attività utile al funzionamento di una complessa struttura come la Base Navale, distinguendosi per professionalità e spirito di abnegazione”.
“Il 2024 sarà un anno segnato da un numero rilevante di pensionamenti – prosegue il segretario aziendale della UILPa -. Moltissimi dipendenti saranno collocati in quiescenza per raggiunti limiti di età anagrafica, come già accade da tempo, con conseguente perdita di capacità operativa, mai arginata da un turn-over strutturato. Il know-how acquisito con anni di esperienza sul campo, sarà dilapidato. Da settembre 2023, anche gli ex-militari transitati all’impiego civile per problemi sanitari, non vengono più destinati presso MARISTANAV TA. Una circolare emanata nel luglio 2023 ha ulteriormente ridotto, quasi azzerando nei fatti, il già esiguo numero di dipendenti in ingresso. A tutto questo va aggiunto, che la ridotta capacità operativa, fa i conti con la totale inesistenza di percorsi formativi”.
“I pochi colleghi ancora in servizio – spiega Boccadamo -, pur volendo cimentarsi nella risoluzione di avarie occorse su apparati tecnologicamente evoluti, non sono messi nella condizione di poterlo fare, determinando il sempre più frequente ricorso agli appalti esterni. In media contiamo un numero di ingressi giornalieri in Base Navale, di circa 250 tecnici delle aziende private”.
“Non riusciamo a comprendere come la Forza Armata possa pensare di rinunciare a un gruppo di professionisti interni, che garantirebbero la prontezza operativa senza soluzione di continuità. A breve giro, la risoluzione delle avarie sarà possibile solo con il ricorso ad appalti esterni, che inevitabilmente vedranno crescere i costi medi per singolo intervento. Siamo determinati a continuare la mobilitazione, mettendo in campo ogni iniziativa possibile per scongiurare l’inarrestabile deriva”, conclude Boccadamo.
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