Secondo gli inquirenti, a Sandro Cataldo, marito della dimissionaria assessora ai Trasporti della Regione Puglia, Anita Maurodinoia, “viene da più parti riconosciuto un non indifferente peso decisionale, una penetrante influenza su tutto e tutti, elettori compresi, adulati, indotti e convinti a votare il candidato da egli di volta in volta sostenuto anche attraverso condotte corruttive”.
Cataldo è agli arresti domiciliari per corruzione elettorale nell’ambito dell’inchiesta in cui è indagata anche sua moglie per lo stesso reato e per questo si è dimessa. Complessivamente sono state arrestate otto persone (una delle quali è finita in carcere). Per ogni voto, secondo gli inquirenti, venivano pagati 50 euro.
Nell’ordinanza si legge che l’influenza di Cataldo derivava anche dai risultati ottenuti con il suo movimento Sud al Centro e “dall’incredibile e crescente successo elettorale tributato a sua moglie”. Cataldo, inoltre, ha “dimostrato di tenere oltremodo alla ricerca e all’intrattenimento di contatti, soprattutto con soggetti che ricoprono rilevanti cariche nell’ambito delle amministrazioni comunali, perlopiù facenti capo alla città metropolitana di Bari, della ex Provincia e della Regione Puglia, nonché presso altre amministrazioni pubbliche, anche ambito sanitario, ovvero enti ed Agenzie regionali”.
In una circostanza sarebbe riuscito anche a ottenere un certificato medico falso per quello che è ritenuto il suo “braccio destro”, Armando Defrancesco, promettendo al medico del presidio territoriale di Triggiano il “proprio interessamento presso la direzione sanitaria dell’Asl Bari, quale fondatore ed esponente di spicco del movimento politico Sud al centro nonché marito dell’assessore regionale Anita Maurodinoia, e quindi in virtù della propria capacità di influenza”.
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