“Le sigle che si auto definiscono “progressiste” non perdono occasione per assumere toni isterici e andare completamente fuori le righe – scrivono in una nota i consiglieri della maggioranza del Comune di Taranto -. In un recente comunicato lanciano accorati allarmi per presunti attentati alle “Istituzioni e alle garanzie democratiche” che sarebbero causati dall’ipotesi di modificare il regolamento comunale per quanto riguarda la revoca del presidente del Consiglio”.
“Premesso che la revoca del presidente è un istituto previsto dalle leggi vigenti, bisogna sapere che, nel caso del Comune di Taranto, questa materia è disciplinata da un regolamento che è emanazione dello stesso Consiglio – aggiungono -. In altri casi, la questione è demandata direttamente agli statuti o non è specificamente disciplinata dal punto di vista del quorum necessario ai fini della revoca. Tanto è vero che, per esempio, il Comune di Bari e il Comune di Lecce affrontano l’argomento nello Statuto senza prevedere un voto a maggioranza qualificata, ma semplicemente la maggioranza dei componenti del Consiglio comunale”.
”Cosa vorrebbero far intendere le sigle attualmente all’opposizione che i Comuni di Bari e di Lecce sono attentatori delle “Istituzioni ed alle garanzie democratiche”, visto che non prevedono un quorum superiore alla metà più uno per la revoca del Presidente del Consiglio? D’altra parte, perché dovrebbe esserci una disparità di trattamento nei confronti del Presidente dell’Assemblea rispetto al Sindaco, la massima carica dell’Amministrazione che, come è noto, può essere sfiduciato con la maggioranza dei componenti dell’Assemblea?”, si domandano i consiglieri della maggioranza.
”Certe volte l’eccesso di opposizione pregiudiziale rischia di far cadere nel ridicolo chi usa certi toni esageratamente allarmistici e totalmente fuori misura. Nel merito delle ragioni della revoca vorremmo far presente che il Presidente del Consiglio comunale, dopo l’atto compiuto di sottoscrivere dal notaio per lo scioglimento dell’Istituzione da lui presieduta, ha assunto una serie di comportamenti che ne dimostrano la mancanza di terzietà, neutralità e imparzialità rispetto alle attività consiliari. Il Presidente da quel momento si è schierato e non è stato più al di sopra delle parti e per questa ragione non può più svolgere la delicata funzione che gli era stata assegnata“, concludono i consiglieri.
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