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Taranto, inaugurata una nuova biblioteca nella casa circondariale

Una biblioteca con nuovi arredi, nuovi spazi e con numerosi libri a disposizione affinché si realizzi una serie di progettualità finalizzate alla diffusione della cultura tra la popolazione detenuta. Questo l’obiettivo della convenzione stipulata tra il Ministero della Giustizia, il Comune di Taranto e l’associazione “Noi e Voi” onlus che sabato scorso è stata ricordata in occasione dell’inaugurazione della sala di lettura realizzata nella Casa Circondariale del capoluogo ionico. Una cerimonia a cui hanno partecipato, fra gli altri, anche il sindaco di Taranto, Rinaldo Melucci, e l’assessore Angelica Lussoso che, nel portare i saluti dell’Amministrazione comunale, hanno sottolineato l’importanza dell’avvio di questa collaborazione finalizzata a rilanciare il servizio bibliotecario presente all’interno della struttura detentiva tarantina. L’iniziativa, che rientra nel più vasto programma stilato dal Comune per promuovere attività culturali in ogni contesto sociale, vede nella Biblioteca “Acclavio” uno degli elementi principali per l’attivazione dei processi rieducativi e riabilitativi in ambito carcerario. Allo scopo di garantire una fruibilità immediata e diretta del servizio, il personale della Biblioteca comunale, diretta dal dott. Gianluigi Pignatelli, ha provveduto a coordinare la catalogazione dei testi, messi a disposizione anche da parte di avvocati penalisti e magistrati di Taranto, gettando in tal modo le basi per la creazione di gruppi di lettura e per supportare i percorsi scolastici già in atto nella sede di detenzione.

Nel ringraziare il direttore della Casa Circondariale, dott. Luciano Mellone, per averci invitato all’inaugurazione dei nuovi spazi della sala lettura, siamo certi che queste lodevoli iniziative – ha affermato il sindaco Melucci – saranno sperimentazioni positive e concrete applicazioni dei principi della nostra Carta Costituzionale, la quale prevede come le pene debbano essere scontate in conformità al “senso di umanità e devono tendere alla rieducazione”. Come è stato ribadito questa mattina (sabato, per chi legge), è proprio attraverso la cultura che, nell’ambito della finalità rieducativa della pena, si possono migliorare le qualità e le risorse personali dell’individuo. Ed è proprio il principio di “umanizzazione” -ripreso anche della Carta dei diritti fondamentali dell’Unione Europea – l’elemento imprescindibile che deve rafforzare la tutela accordata al valore della persona, di cui vanno tutelati in ogni caso i diritti inviolabili, anche in caso di restrizione della libertà personale.”

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