Accanto al corpo, nelle vicinanze dei binari della stazione metro di Holendrecht, alla periferia di Amsterdam, è stata trovata la sim card del suo telefonino ma del cellulare non c’è ancora traccia.
Circostanze che aprono nuovi interrogativi sulla morte di Alessio Giannaccari, il 20enne leccese trovato privo di vita lunedì scorso nella capitale olandese, dove si era trasferito da qualche settimana per lavorare come cameriere in un ristorante.
Del giovane non si avevano più notizie da sabato scorso e su facebook era stato diffuso un appello corredato da una foto di Alessio. Poi la scoperta del cadavere, l’avvio dell’inchiesta da parte degli inquirenti, il doloroso rito del riconoscimento da parte dei genitori, il ricordo commosso degli amici. Loro continuano a non credere alla possibilità che il 20enne possa essersi tolto la vita.
“Non può aver mai fatto una cosa del genere, era un inno alla vita” è scritto in uno dei tanti commenti sui social dedicati ad Alessio. E così il mistero s’infittisce. La salma resta ancora a disposizione dell’autorità giudiziaria olandese per l’esecuzione del dna, l’autopsia e gli esami tossicologici che dovranno accertare l’eventuale presenza di sostanze che possano aver alterato lo stato psico-fisico della vittima. I genitori del giovane – la madre Gabriella Marzo, avvocata, e il padre Ilario, imprenditore nel settore della ristorazione – sono rientrati in Salento in attesa di conoscere gli sviluppi dell’inchiesta.
Nell’appartamento che Alessio condivideva con altri ragazzi non sono sono tuttavia emersi elementi utili alle indagini. La sim card del telefonino, trovata accanto al cadavere del giovane, è stata sequestrata dalla polizia per essere analizzata e risalire ai suoi ultimi contatti. Gli investigatori al momento non escludono alcuna pista: dal gesto volontario all’aggressione a scopo di rapina fino all’incidente ferroviario. Al vaglio della polizia olandese anche i filmati delle telecamere presenti nella zona.
Alessio si era trasferito in Olanda da poco più di un mese per fare una nuova esperienza dopo il diploma. Davanti alla sua vecchia scuola, il liceo Siciliani, della quale era stato eletto anche rappresentante d’istituto, ora campeggia uno striscione con la semplice scritta “Ciao Alessio”.
La comunità, a partire dal sindaco di Lecce Carlo Salvemini, si è stretta attorno alla famiglia chiedendo che si faccia piena luce sulla morte di un ragazzo definito come “intraprendente, talentuoso e desideroso di vivere la vita”.
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