“Come fa l’On. Zullo ad avere così tanta esperienza politica e al contempo così poca capacità di comprensione della realtà? È questa la domanda da porsi davanti all’ultima delirante uscita contro Emiliano. Anzitutto, da quello che ci risulta, l’On. D’Alema non è mai stato iscritto nel registro degli indagati dell’inchiesta “Arcobaleno”. E solo per questo Zullo meriterebbe una bella querela. In secondo luogo, dimostra (anche qui, malgrado i tanti anni di politica alle spalle) di sapere ben poco di Costituzione”. Così in una nota congiunta i deputati pugliesi del Partito Democratico Claudio Stefanazzi, Ubaldo Pagano e Marco Lacarra.
“D’Alema era presidente del Consiglio quando fu modificato il Titolo V e inserita la possibilità (e non certo l’obbligo) di riconoscere ulteriori forme e condizioni particolari di autonomia in costituzione. Fu il Parlamento – perchè è sempre il Parlamento – a modificare e approvare quella riforma costituzionale. Pensavamo che Zullo fosse almeno su questo un po’ più ferrato e invece, pur facendone parte, non conosce le prerogative del Parlamento. Una notizia che forse non farà piacere ai cittadini che lo hanno votato ed eletto”, specificano.
“Riguardo al dibattito interno al centrosinistra, l’On. Zullo dice l’ennesima consapevole bugia. Fa finta, per esempio, di non sapere che il Partito Democratico è compattamente contrario alla riforma Calderoli, anche il presidente Bonaccini, che non ha mancato di dirlo proprio durante la campagna per la segreteria nazionale del PD”, continuano.
”Certo, questo allineamento è avvenuto dopo un dibattito che ha visto contrapporsi posizioni diverse (sull’autonomia in sé, non sul mostro giuridico di Calderoli). Forse è questo l’aspetto, quello della democrazia, che stranisce di più Zullo, considerato che dalle sue parti a decidere per tutti è sempre uno. Quanto poi alla delibera della Regione Puglia di avvio della procedura per richiedere la autonomia differenziata dimostra ancora una volta, qualora ce ne fosse bisogno, tutta la sua insipienza politica”.
”Pur di fronte a un istituto non condiviso dalla maggioranza di governo della Puglia, la giunta aveva avviato l’Istruttoria per adottare tutte precauzioni possibili di fronte alla richiesta di autonomia differenziata di Veneto e Lombardia che, ove accettata dal Governo, avrebbe consentito a queste Regioni di appropriarsi di competenze legislative e di finanziamenti in danno anche della nostra regione. Spalle al muro, senza alcuna altra alternativa, la Puglia richiese altrettanto per non trovarsi gravemente danneggiata rispetto alle altre regioni”, aggiungono.
“A ciò si aggiunga che il Presidente della Regione Puglia non ha formulato critiche alla legge Calderoli durante l’inaugurazione dell’anno giudiziario del Tar Puglia a Bari. Emiliano si è limitato a considerare, davanti ai magistrati amministrativi, tutti i rischi di inevitabile aumento del contenzioso giudiziario che seguirà all’autonomia differenziata di una o più regioni. Per un motivo molto semplice: se le regioni saranno libere di legiferare a modo proprio su tante materie, sarà lecito aspettarsi che lo facciano in maniera anche molto diversa tra loro. Cosa vorrà dire in termini di legittimità di tutti gli atti amministrativi che saranno adottato sulla base di queste leggi? Solo un aumento esponenziale delle ragioni di controversia per contrasto con le leggi statali e le direttive europee. Ma anche su questo tema non pretendiamo che Zullo abbia le capacità di comprendere ed esprimersi in maniera pertinente. L’unico suggerimento che ci consentiamo di fare al Senatore è di misurare il tenore della parole che utilizza perché talvolta travalica il limite che separa un’opinione da una diffamazione”, conclude la nota di Claudio Stefanazzi, Ubaldo Pagano e Marco Lacarra.
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