Il settore dell’abbigliamento e delle calzature è in crisi. Solo nel 2023, in Italia, per ogni nuova impresa che ha aperto, quattro hanno cessato l’attività”.
Quali le cause? Vendite sottocosto, promozioni, offerte speciali, Black Friday, liquidazioni, offerte speciali, temporary shops, ma soprattutto le vendite on–line stanno producendo una “concorrenza sleale” che altera di fatto gli equilibri del mercato. A questo si aggiunge anche la problematica del cambiamento climatico che ha sconvolto le abitudini di acquisto dei consumatori.
Ecco allora il grido di allarme dei commercianti: la Federazione nazionale FISMO Confesercenti, che rappresenta gli esercizi commerciali del settore moda (abbigliamento, calzature etc.) sta lanciando un’iniziativa che punta a raccogliere il maggior numero di adesioni alla sua richiesta, per introdurre cambiamenti sostanziali alla regolamentazione di saldi.
Le principali modifiche richieste sono relative a durata, che non dovrebbe superare i 30 giorni, e date di avvio, per cui si chiede uno slittamento di almeno un mese rispetto alle date oggi previste (5 gennaio e 6 luglio).
Tali richieste devono essere portate al ministero delle Imprese e del Made in Italy. Il cambiamento delle regole sulle “vendite di fine stagione” diviene improcrastinabile: oramai sono “datate”, considerato che sono state adottate 40 anni fa.
”Come FISMO stiamo attuando una sensibilizzazione propositiva e abbiamo predisposto un volantino che contiene un “qr code” che consente l’invio via mail di nome, cognome, indirizzo e, volendo, foto della propria vetrina. Stiamo chiedendo ai commercianti di aderire e diffondere l’iniziativa al fine di ottenere il maggior numero di adesioni”, dice Letizia De Florio, responsabile provinciale del settore Moda di Casaimpresa e Confesercenti Puglia.
“La Federazione moda Confesercenti ha posto l’esigenza di intervenire sulle date, sulla durata e sullo stesso asset normativo dei saldi. Le vendite di fine stagione assumono per noi grande importanza, rappresentano un patrimonio economico, sociale e culturale che si sta perdendo a causa soprattutto delle vendite “on-line” cui si aggiungono il disordine e l’eccesso delle vendite sottocosto, delle promozioni, delle offerte speciali, dei vari Black Friday. I saldi, inoltre, stanno registrando una notevole “perdita di appeal” proprio a causadi mancanza di regole precise sulle promozioni e del boom di offerte che ne consegue”, aggiunge De Florio.
“Il nostro presidente nazionale della Federazione, Benny Campobasso, di recente ha tenuto a sottolineare quanto il problema oggi non è più solo quello di concordare le date: occorre prendere atto che i saldi, come attualmente regolamentati, costituiscono un istituto ormai agonizzante”.
“Il settore, insomma, sta subendo una concorrenza sleale mai vista prima. Questa concorrenza sottrae al nostro settore, fatto soprattutto di piccole e micro imprese, almeno 3 miliardi di euro all’anno. Noi crediamo ancora nell’importanza delle vendite di fine stagione: hanno sempre rappresentato e possono essere ancora una grande opportunità per i consumatori, ma in un contesto di regole certe e di concorrenza leale”, conclude De Florio.
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