BARI – Presunto voto di scambio politico mafioso. Con la stessa accusa rivolta all’ex consigliere regionale Giacomo Olivieri e a sua moglie Maria Carmen Lorusso, anche l’assessore regionale aI Trasporti, Anita Maurodinoia, sarebbe tra gli indagati dell’inchiesta della Dda Codice Interno che una settimana fa ha portato a 135 misure cautelari facendo emergere una rete di relazioni grigie tra politica, clan e colletti bianchi baresi.
Il nome della delegata di giunta regionale – che si dichiara estranea “a qualsiasi combine elettorale” – sarebbe venuto fuori da un’intercettazione e dalle dichiarazioni di alcuni pentiti.
Anita Maurodinoia, soprannominata ‘lady preferenze’ per i risultati ottenuti sia nelle elezioni comunali a Bari nel 2019 sia nelle ultime elezioni regionali del 2020, tecnicamente non compare nell’ordinanza che ha portato agli arresti ma è presente nella richiesta di misure cautelari formulata dal pm della Dda Fabio Buquicchio. Si parla di lei e del marito, Sandro Cataldo (coinvolto in un’altra indagine a tema) perchè secondo gli inquirenti avrebbero avuto “un rapporto quanto meno di strutturata conoscenza” con Battista e Tommaso Lovreglio, rispettivamente cognato e nipote del boss del quartiere Japigia di Bari ‘Savinuccio’ Parisi.
Intanto dopo il capo clan, suo figlio Tommy e lo stesso Olivieri, nelle prossime ore sarà interrogata dal gip Maria Carmen Lorusso, nel frattempo sospesa dal consiglio comunale.
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