BARI – L’eccezionalità dell’evento pandemico Sars -CoV-2 ha fatto comprendere l’importanza delle malattie infettive, virali, batteriche e parassitarie di origine animale e trasmissibili all’uomo con effetti anche devastanti persino nei Paesi all’avanguardia in termini di tecnologia, assistenza sanitaria e monitoraggio.
Il nostro Paese, grazie ai Fondi Europei, ha avviato un progetto scientifico che nasce dal sinergismo degli enti di ricerca italiani, incluse le Università e il Ministero della Salute, con lo scopo di dare risposte efficienti ai nuovi scenari epidemiologici nell’ambito delle malattie infettive e di prevederne il loro decorso futuro. Di qui nasce il progetto Inf-Act finanziato con 114,5 milioni di euro e coordinato dall’omonima fondazione che raggruppa 25 nazionali, enti pubblici e privati, e prevede l’interazione tra competenze trasversali in grado di affrontare il problema delle possibili epidemie adottando un approccio “One Health”. Di questo si è parlato all’Università di Bari dove ricercatori italiani e provenienti dall’estero hanno affrontato il tema delle malattie infettive emergenti
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