BARI – “Tu sai che mio suocero opera, ha salvato la vita al fratello di Savinuccio? Tu sai che io sono un intoccabile? Te lo sei dimenticato?”. Sono le parole che Giacomo Olivieri, l’ex consigliere regionale pugliese in carcere da lunedì con l’accusa di scambio elettorale politico mafioso alle elezioni comunali di Bari del 2019 che portarono all’elezione della moglie Maria Carmen Lorusso (finita ai domiciliari) con la lista ‘Di Rella sindaco’, usava per sé stesso in un soliloquio intercettato dalla magistratura. Secondo le carte dell’inchiesta condotta dalla Dda che ha portato a 135 misure cautelari, Olivieri avrebbe avuto le “capacità” di “condizionare e strumentalizzare anche settori delle forze dell’ordine”. Come nel caso in cui avrebbe detto alla moglie “di aver avuto da ‘quello della Guardia di finanza’ informazioni su un ‘blitz’ a cui si sarebbe dovuto dare esecuzione il 20 giugno 2019, su presunte partite di calcio truccate”. A detta di Olivieri, il finanziere gli avrebbe chiesto anche “se avesse un giornalista fidato” al quale dare la notizia, domanda alla quale l’ex consigliere avrebbe risposto facendo il nome dell’allora direttore della sua testata online, ‘Il Quotidiano Italiano’.
Dal punto di vista dei clan, emergono nuovi dettagli sulla capacità dei Parisi di entrare nelle ex Municipalizzate, l’Amtab – l’azienda dei Trasporti pubblici – prima tra tutti. A raccontare agli inquirenti i meccanismi con cui i Parisi avrebbero usato l’Azienda come “ufficio di collocamento” è l’ex dipendente e collaboratore di giustizia Nicola De Santis: “Assumevano i raccomandati vicini ai clan’ – ha spiegato -. Nessuna speranza per i laureati”.
E proprio dal fronte Parisi, il capoclan Savinuccio ha deciso di rispondere alle domande degli inquirenti dichiarando di non aver mai incontrato né conosciuto l’avvocato Giacomo Olivieri o suo suocero, il medico Vito Lorusso, e di non aver avuto alcun ruolo nella faida di Japigia del 2017, né nella gestione del clan negli ultimi anni”.
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