CERIGNOLA – Quattordici pareggi in ventotto gare disputate, sette dei quali rimediati su situazioni di vantaggio, punti perciò persi come quelli del “Francioni”, gettati al vento dall’Audace ad un minuto dalla fine, ancora una volta sugli sviluppi di una palla inattiva. È un Cerignola malato cronico, succube a causa dei soliti errori puntuali a ripresentarsi ciclicamente. Quando tutto sembra risolto, ecco che i ragazzi di Tisci ci ricascano, la conseguenza è una stagione che ad oggi non sa né di carne né di pesce, con un undicesimo posto che non può soddisfare le attese della vigilia.
Contro il Latina, in avvio, si sono viste le scorie di una squadra in difficoltà, primo tempo brutto quasi come quelli contro Monterosi, Crotone e Sorrento, con l’unica differenza di non aver preso gol sulle iniziative sterili dei pontini. Episodio che è arrivato ad inizio ripresa, svegliando i gialloblù. Come al solito serve lo schiaffo per tornare in palla, Cerignola abile a ribaltare tutto in venti minuti con il penalty di un Malcore che però deve dare qualcosa in più. Poi la consueta palla inattiva, situazione fatale già contro Benevento e Monterosi, effetto di una squadra che non riesce a mantenere attaccata la spina. Questo anche a causa di alcuni singoli, poco lucidi e lontani dalla forma di qualche tempo fa. Una delle note liete è Vuthaj, abile a destreggiarsi nella difesa avversaria seppur fuori ruolo, ma abile soprattutto a timbrare per la prima volta il cartellino in gialloblù con un’incornata da ariete puro qual è. Quello di Latina è l’ennesimo pareggio che lascia accese diverse spie di emergenza, tattiche quanto caratteriali. A dieci giornate dalla fine si tratta di una squadra che non ha ancora trovato la sua vera identità, ma che allo stesso tempo è chiamata a ritrovare quanto prima i tre punti che mancano da cinque giornate. E intanto prosegue il silenzio stampa.
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