Il ruolo dell’ex consigliere regionale Giacomo Olivieri, in carcere con l’accusa di scambio elettorale politico-mafioso, è stato delineato (senza essere citato direttamente) dal sostituto procuratore della Dda Marco D’Agostino, che si è riferito a lui semplicemente come “un soggetto dalle particolari capacità”, durante la conferenza stampa per illustrare l’operazione “Codice interno”.
Dalle indagini, ha detto il pm, è emersa la sua capacità di “condizionamento delle elezioni amministrative del 2019” e di “contattare esponenti apicali di quasi tutto il panorama criminale barese” (Parisi-Palermiti, Strisciuglio, Montani) per “orientare il voto in favore di una candidata poi effettivamente eletta”, la moglie Maria Carmen Lorusso (ai domiciliari).
Ma nelle indagini è anche emerso il ruolo che avrebbe avuto in una estorsione nei confronti di una società di recupero crediti, che a Olivieri chiedeva di estinguere un debito da lui contratto con la Banca popolare di Bari. Olivieri, ha detto il pm, “aveva minacciato di scatenare uno scandalo mediatico contro la banca, attraverso una testata online da lui controllata e anche altre testate giornalistiche”, se la società “avesse insistito” nella richiesta di estinzione del debito.
“Un tentativo che ha sortito effetto – ha aggiunto il pm – perché risulta che successivamente la banca, che si trovava in un periodo di rinnovo del cda, abbia chiesto la retrocessione del credito alla società di recupero, dicendo che fosse stato azionato per errore”.
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