BARI – Assunzioni all’Amtab, turbative d’asta, condizionamento delle imprese dell’automotive e del caffè, riti di affiliazione stile ‘ndranghetista, partite truccate ma soprattutto rapporti con il mondo politico tanto da condizionare l’elezione di una candidata al Consiglio comunale nelle amministrative del 2019. Ben 137 misure cautelari per 130 persone – 110 in carcere, 25 ai domiciliari e due interdizioni – nella maxi operazione “Codice Interno”, condotta dalla Polizia del capoluogo che ha preso di mira i clan Parisi, Palermiti e Strisciuglio del quartiere Japigia di Bari. Tra i nomi eccellenti finiti in carcere, quello di Savino Parisi – già detenuto -, del figlio Tommaso “Tommy”, cantante neomelodico, del boss Eugenio Palermiti, dell’ex consigliere regionale Giacomo Olivieri, di sua moglie (ai domiciliari) Maria Carmen Lorusso, eletta nel maggio 2019 con la lista ‘Di Rella sindaco’, e di suo padre Vito, l’oncologo già sottoposto a misure cautelari per altre inchieste a suo carico. E proprio l’avvocato – secondo le indagini – avrebbe cercato il supporto delle consorterie mafiose del capoluogo per accaparrarsi i voti necessari per l’elezione in consiglio della donna coinvolgendo i Parisi, Strisciuglio e Montani. Lo stesso ex consigliere regionale avrebbe imposto alla società di recupero crediti della Banca Popolare di Bari – attraverso la forza dell’intimidazione criminale – di cancellare un vecchio debito con ma banca minacciando di creare uno scandalo mediatico per mezzo del suo giornale online.
Le mani della malavita organizzata sarebbero arrivate anche sulle partite di calcio dilettantistico, coinvolgendo l’Altamura e il Corato per le finali dei playoff di Eccellenza e Promozione, finali opportunamente vinte. Le indagini partite nel 2016 grazie ai collaboratori di giustizia, hanno permesso di sventare agguati, e sequestrare oltre 20milioni di euro tra beni mobili e immateriali
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