BARI – Un’azienda di pellet, società che gestiscono discoteche, ristorazione e bar. E poi ancora, tredici immobili – tra i quali due fabbricati, due abitazioni e un box –, dieci tra auto e mezzi pesanti e 22 rapporti finanziari. Il tutto per un valore complessivo di 2,5 milioni di euro con investimenti tra Foggia, San Giovanni Rotondo, Orta Nova e San Severo.
Sequestro di beni da parte degli uomini della sezione foggiana della Dia di Bari riconducibili a Rocco Moretti, 71 anni e a capo dell’omonimo clan della Società Foggiana, da tutti noto come Il Porco. L’uomo è da quattro al regime del 41bis ed è stato di recente condannato in via definitiva a 10 anni e 8 mesi di reclusione, per il reato di associazione di tipo mafioso. Il sequestro si va a sommare a quelli già eseguiti dalla Dia sul territorio foggiano che negli ultimi due anni ha sottratto alla criminalità organizzata più di 19 milioni di euro.
Un clan, quello dei Moretti, che ha dato il via alla Società Foggiana e che affonda le sue radici nella strage del Bacardi del 1986 quando vennero uccisi tre esponenti del gruppo Laviano. I beni sequestrati da Dia e Procura di Bari erano tutti intestati allo stesso Moretti e a prestanome. L’uomo, tra l’altro, negli ultimi 40 anni ha vissuto da uomo libero solo un paio di anni. Per la procura, aggredire i patrimoni della malavita organizzata è fondamentale
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