“Non è il Comune a consentire sopralluoghi, come dichiara il sindaco, ma è la legge a imporre al Comune di fornire i locali necessari e idonei al funzionamento del Centro per l’Impiego, i quali devono essere dotati di specifiche caratteristiche, con particolare riguardo alla raggiungibilità della sede con mezzi di trasporto pubblici, all’accessibilità delle strutture”.
Lo sottolinea in una nota Beniamino Di Cagno, presidente del consiglio di amministrazione di Arpal Puglia, a proposito dell’immobile da destinare a sede del Centro per l’Impiego di Taranto, chiuso ormai da aprile 2023, e replicando inoltre a dichiarazioni rese dal sindaco di Taranto Rinaldo Melucci.
“In qualità di legale rappresentante di Arpal Puglia, ma anche a nome di un management ingiustamente tacciato di inerzia, dei quattro luoghi proposti come sede temporanea, che non garantirebbero comunque la fruibilità immediata, solo uno si è rivelato adeguato dal punto di vista funzionale e strutturale”, precisa Di Cagno.
“Si tratta dell’immobile sito in via Ancona, promesso formalmente a marzo 2023 dinanzi alle autorità provinciali e regionali, la cui disponibilità è stata poi inspiegabilmente ritirata a dicembre 2023, con la proposta alternativa di un altro immobile, sito in via Orazio Flacco. Opzione, quest’ultima, ritenuta inidonea. Tutto ciò ha cagionato all’Agenzia un dispendio sia in termini di risorse economiche, per i costi dei sopralluoghi e delle attività di collaudo, sia di tempo prezioso che poteva e doveva essere impiegato per la proficua ricerca di soluzioni temporanee alternative”, conclude il presidente di Arpal Puglia.
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