BARI – Una serie di vicende nelle quali trovano posto latifondisti ladroni, vescovi e magistrati accomunati da vizi privati nascosti dalle pubbliche virtù, sgherri, escort, professori che impongono codici di abbigliamento discinti alle stagiste ai quali fa da contraltare l’umanità recuperata nella comunità di accoglienza guidata da un sacerdote sandinista, fra Kuros, un prete a metà tra Zenone e il vescovo di San Salvador, Oscar Romero. È il plot di “Indagine su un burattinaio”, il racconto di Roberto Olivieri del Castillo presentato nelle scorse ore a Bari. È un racconto leggero, un thriller sociale, in cui la caratura grottesca dei personaggi rende la narrazione più gustosa. Al fondo c’è questa concezione della centralità della giustizia come unico argine possibile per «imbrigliare il Leviatano». Una giustizia che interviene per risanare le ferite, per riparare i torti, per liberare i deboli dal giogo dei potenti.
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