Una banda di ladri “trasfertisti”, specializzata nel furto di auto a Milano e nelle zone circostanti, è stata smantellata dai carabinieri di Corsico (Milano). Dieci le persone raggiunte dall’ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip di Milano ed eseguita nelle province di Milano e Foggia. Otto persone sono finite in carcere, una era già reclusa a San Vittore per altra causa, una è ai domiciliari.
Durante le indagini, condotte da luglio a settembre 2023, i militari hanno accusato gli arrestati del furto di 63 auto, sottratte attraverso la duplicazione elettronica delle chiavi. Le vetture venivano successivamente parcheggiate altrove, spesso nel quartiere di Baggio, da dove ‘staffettisti’ provenienti da Cerignola le prelevavano entro 24 ore.
Alcune vetture venivano smontate per la vendita dei pezzi di ricambio, mentre altre erano oggetto di riciclaggio e ricettazione. La banda era specializzata in macchine Ford: delle 100 rubate o ricettate, oltre 60 erano della stessa casa automobilistica.
A capo dell’organizzazione c’erano un 28enne pregiudicato di Cerignola (Foggia), Michele G., che secondo quanto riferito gestisce un’officina nella cittadina pugliese, dove, secondo i Carabinieri, le auto venivano “smontate o reindirizzate ad altri per essere riciclate e rivendute”.
A Milano, invece, c’erano due ‘basisti’ della zona di Baggio, un 20enne e un 47enne, che si occupavano della logistica nel capoluogo lombardo, dove le vetture venivano rubate soprattutto nella zona Nord e Ovest, mentre le ‘staffette’ che venivano in treno e ripartivano alla guida delle auto rubate e parcheggiate ricevevano un compenso di 700 euro (comprese le spese di alloggio e viaggio).
Il gruppo utilizzava macchine di appoggio e ‘jammer’ per disattivare i gps di localizzazione degli antifurto. In particolare tre dei soggetti coinvolti, arrestati a ottobre 2023 in flagranza, erano già stati scarcerati per aver risarcito il danno ai proprietari delle vetture rubate, che avevano rimesso la querela. I tre però fanno parte dei 10 coinvolti dall’ordinanza (che contesta il reato associativo), e sono adesso stati nuovamente arrestati.
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